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La Guerra nelle Dolomiti. Attacco italiano a Som Pouses giugno 1915

Battaglia 8 Giugno 1915

Schede

Dopo l’occupazione della conca di Cortina d’Ampezzo, apparve evidente al Comando della 4a Armata che per proseguire nell’avanzata lungo la strada d’Alemagna verso Dobbiaco, occorreva conquistare il caposaldo nemico di Som Pouses, 4 km dopo la località Fiames, facendo così cadere per aggiramento la linea austriaca lungo il crinale della Croda d’Ancona – Zuoghe. La strada verso Dobbiaco passa ai piedi di questo gruppo montuoso e nel 1915 era sotto il tiro di cannoni e mitragliatrici nemiche ben celati tra le rocce.
Il Comando italiano destinò all’attacco tre colonne miste di fanteria e alpini; la colonna di sinistra doveva penetrare nella Val Fiorenza seguendo le falde della Tofana 3a, sorpassare il Col Rosà e dirigersi verso gli sbocchi della Val Travenanzes – la colonna di centro seguendo la sponda sinistra del Boite aveva come obiettivo l’attacco frontale a Som Pouses – la colonna di destra dopo essere salita dal Passo Tre Croci alla località Somforca, doveva scendere lungo la Val Grande fino a Ospitale e risalire la Val di Gotres sbucando alle spalle del nemico appostato lungo la Croda d’Ancona e Zuoghe. All’alba del 8 giugno le tre colonne mossero all’attacco.
La colonna di sinistra arrivò senza difficoltà al passo di Posporcora (Col Rosà), dove il grosso prese posizione, mentre pattuglie di alpini proseguirono lungo i fianchi della montagna diretti a Ponte Alto per intercettare il sentiero dove transitavano i rifornimenti austriaci alle truppe della Val Travenanzes, stranamente il nemico non accennò ad alcuna reazione. La colonna di centro impiegò diverse ore, sotto il tiro dell’artiglieria austriaca, ad arrivare al primo ostacolo, la rupe isolata di Podestagno protetta dalla forra del Rio Felizon. Nella notte tra l’ 8 e il 9 giugno i fanti italiani accerchiarono la posizione nemica che cadde nel pomeriggio del 9, ora la strada per Som Pouses era aperta. La colonna di destra non incontrò ostacoli nella sua marcia verso Ospitale, così che la sera del 10 giugno fu possibile creare un collegamento stabile dal Col Rosà ad Ospitale; la prima fase dell’attacco italiano aveva portato all’occupazione di Ponte Alto (Col Rosà, colonna sinistra), alla eliminazione del caposaldo nemico di Podestagno (colonna di centro), alla occupazione della sponda sinistra del Felizon e di Ospitale (colonna di destra). Il giorno 13 riprese l’avanzata italiana; la colonna di sinistra da Ponte Alto tentò di penetrare nei boschi alle falde del Vallon Bianco e le cime di Furcia Rossa, il terreno impervio e dirupato obbligò a frazionare le truppe in piccole pattuglie che poco poterono contro il nemico ben appostato più in alto - La colonna di centro mandò un battaglione a compiere una azione dimostrativa contro le difese austriache lungo la Val Acqua di Campocroce, mentre il grosso risalì il bosco della Croda d’Ancona con l’idea di obliquare a sinistra molto in alto per aggirare le difese passive alla base di Som Pouses. l’azione venne intercettata dal nemico e stroncata con fuoco di fucileria e mitragliatrici che obbligò gli italiani a fermarsi dentro al bosco – la colonna di destra apertasi la strada per la mulattiera della Val di Gotres iniziò a risalirla suddividendo le sue forze in tre colonne perché il terreno, fittamente boscoso, poteva nascondere trappole nemiche. In realtà gli austriaci attendevano gli italiani alla testata della Val Gotres, dove era stato creato un semicerchio di mitragliatrici e fucili dentro a tre linee di trincee. Il combattimento che seguì fu di grande violenza, sopraggiunta la notte l’artiglieria italiana sospese il tiro per non colpire le proprie truppe ormai a ridosso delle trincee austriache.
Visto il tributo di sangue profuso dalle truppe italiane, il Comando della 4a Armata la sera del 15 giugno ordinò la cessazione dell’attacco. Anche se l’obiettivo di fare cadere Som Pouses non era stato raggiunto, tuttavia la conquista di Ponte Alto obbligò gli austriaci ad allungare la strada per la Val Travenanzes attraverso il ponte di Cadoris; la presa di Podestagno e la nuova prima linea lungo il Rio Felizon allo sbocco della Val di Gotres, permise agli italiani di migliorare la conquista della conca Ampezzana.

Paolo Antolini