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Il Palazzo del Gas e il fregio di Giorgio Giordani

1 Gennaio 1936

Schede

Viene costruito il Palazzo del Gas, opera di Alberto Legnani e Luciano Petrucci, in sostituzione dell'antica “punta del Morando”.
Era questo il nome tradizionale del casamento a punta al culmine di borgo Casse, ricordato in documenti del XIII secolo.
Demolito nel 1933, ha lasciato il posto a una piazzetta, intitolata nel 1935 ai Caduti fascisti e all'edificio che fa da caposaldo della nuova via Roma, dotato di una forte identità e ricco di suggestioni moderniste.

Si nota in particolare l'ultimo piano arretrato, con un bar collegato direttamente a terra tramite ascensore e un grande terrazzo da cui è possibile godere il panorama della città.
Sopra l'alto portico del palazzo corre continuo un fregio plastico a bassorilievo in marmiglio (impasto di marmo e cemento), opera dello scultore Giorgio Giordani (1905-1940). E' dedicata al ciclo del gas, alla sua produzione dal carbone, alla trasformazione nell'Officina e all'uso pubblico e privato.
Nell'ambito dell'utilizzo domestico lo scultore mette in evidenza due veri e propri simboli di progresso della condizione sociale del periodo: la cucina economica e la vasca da bagno servita di acqua calda. Per il resto, protagonisti sono gli uomini, i lavoratori ritratti nella fatica e nello sforzo, dotati di fisico possente, ma lontani da ogni retorica.
Al centro della fiancata di via Marconi lo stemma antico del Comune anticipa il paesaggio industriale dell'Officina, che fa da sfondo all'opera "come un orizzonte di produttività e di benessere" (Contini).

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