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Emma Guerra detto/a Bruna

27 novembre 1916 - [?]

Scheda

Emma Guerra, «Bruna», da Attilio e Concetta Zamboni; nata il 27 novembre 1916 a Medicina. Nel 1943 residente a Bologna. Licenza elementare. Casalinga.
Moglie di Giuseppe Landi , prese parte alla lotta di liberazione prima nel bolognese e successivamente nel Veneto.
Nell'aprile 1944 seguì il marito a Belluno dove lavorò nell'ufficio stampa del Durone. Nel giugno 1944 si trasferì a Padova e nella sua casa venne inseditata la sede del comando partigiano.
Il 27 novembre 1944, rientrata da una missione a Verona, trovò la sua casa occupata dalla banda Carità. Condotta nella sede del comando delle SS tedesche, per dieci ore fu interrogata e picchiata selvaggiamente. Trasferita a palazzo Giusti, sede della banda Carità, per tre mesi venne sottoposta a torture e sevizie ma non parlò. Semmai, dopo la tortura, «mi sentivo ancora più ferma e quando staccavano la corrente per chiedere se mi ero decisa a parlare io rispondevo sempre di no».
Nel febbraio 1945 fu deportata nel campo di concentramento di Bolzano e adibita al lavoro di officina.
Nell'aprile 1945, tramite il cappellano del campo e i partigiani di Bolzano rivide suo marito. Aiutata da Giovanardi, un partigiano ferrarese, che le fornì abiti e documenti falsi, riuscì, con una roccambolesca fuga, a evadere dal campo durante un'incursione aerea.
Riunitasi al marito, ritornò a Belluno, dove riprese la sua attività.
Riconosciuta partigiana nel comando della zona Piave dall'1 novembre 1943 al 5 maggio 1945. Testimonianza in RB3 [AQ]