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Stefano Galletti

15 Giugno 1832 - 5 Luglio 1905

Scheda

Stefano Galletti (Cento, 1832 – Roma, 1905) va contestualizzato nella sua Cento, città minore dell'Emilia ma vicina alla Romagna e al Veneto, dipendente da Bologna ma anche da Ferrara e Modena cui convergono influssi e stimoli. In più la presenza dell'Accademia dei Rinvigoriti e di molte scuole dedicate alla musica, al disegno, e all'ornato, insieme all'istituzione della Pinacoteca civica nel 1839 (ricca di dipinti del Guercino), forniranno una base culturale cui attingerà il giovane artista. La famiglia Galletti era composta da artigiani e piccoli imprenditori e Stefano, di educazione profondamente cattolica, verrà indirizzato allo studio della scultura all'Accademia di Bologna, sovvenzionato dalla sua città di Cento per aiutare questo talentuoso “figlio” centese. Nel biennio 1848-49 la sua vita riprende normalmente, sempre grazie alle elargizioni della comunità può continuare a studiare e ad accrescere la sua arte. Nella sua formazione certo guarda a Bologna Ferrara e Modena, al centese Casanova al bolognese Baruzzi, in un clima ancora molto connotato dal linguaggio neoclassico. Vicina alla propria città vi è poi Ferrara con il suo cimitero della Certosa, luogo di studio e di esempi. In questo periodo si aggiudica nel 1852 il Premio della scultura all'Accademia di Bologna, vinto a soli vent'anni con il Centauro Chirone che ammaestra Achille.

Tra 1847 e 1853 si assiste ad un periodo estremamente operoso, che lo vede sempre puntare verso Roma. Nella città capitolina entra nell'Accademia di San Luca dove incontra Pietro Tenerani, considerato allora successore di Canova, ma che molto doveva anche a Bertel Thorwaldsen. La città offre ben altre occasioni rispetto a Bologna o Ferrara. Il bronzo dorato con l'Immacolata Concezione sul globo terrestre, ora conservato presso la Pinacoteca Civica di Cento, si ispira certamente al monumento eretto tra 1855 e 1857 in piazza di Spagna. Pio IX gli affida l'esecuzione della statua in bronzo di San Lorenzo per il piazzale dell'omonima basilica. Non ancora trentenne, nel 1862 esegue la statua del centese Guercino per la propria città natale, già pronta dal 1857. Le opere di questi anni dimostrano una evidente propensione per il gusto, in gran voga all'epoca, eclettico ovvero una commistione di linguaggio neoclassico, arcaicità Nazarena, pathos romantico, affrontando il purismo di Minardi e Overbeck, scegliendo in prevalenza tematiche religiose. Un sincero senso cristiano sarà sempre parte della sua ispirazione. A Roma conosce artisti quali Bizet, Moreau e diventa amico di Degas, dimostrando una mente aperta alla sperimentazione e agli stimoli d'Oltralpe.

In questi anni spazia tra una Fabiola di ispirazione cristiana premiata all'esposizione Cristiana di Roma del 1870 e una Allegoria dell'Industria per il sepolcro Verdi del cimitero di Cento, pienamente inserita nella nuova “religione” tutta laica del lavoro e del progresso. Tra 1859 e 1866, Galletti respira il nuovo clima internazionale e partecipa all'Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera. Un momento decisivo per sua la carriera nazionale è certamente l'esecuzione della grandiosa statua rappresentante La Libertà per la Repubblica di San Marino, inaugurata il 30 settembre 1876. A partire dal 1883, completata l'Unità d'Italia, Roma comincia a trasformarsi e ad assumere nuova fisionomia, e viene attraversata da un grande fermento edilizio e urbanistico: viene costruito l'Altare della Patria, aperto il tratto di Via Cavour tra Santa Maria Maggiore e i Fori. Giuseppe Sacconi, l'architetto che dà il volto alla Roma Umbertina, autore del Vittoriano, morirà lo stesso anno del Galletti, nel 1905. Galletti vive questo momento, risentendo del nuovo clima politico, ideologico e culturale. Nel 1871 vince il concorso dell'Accademia Albertina di Torino per il Monumento a Girolamo Savonarola per la città di Ferrara, mentre nel 1880 per la sala del Consiglio Comunale di Cento esegue il medaglione a Vittorio Emanuele II. Nel 1885 vince il concorso per il monumento al Conte Cavour di Roma, uomo chiave dell'Unità d'Italia: la statua rivela tratti di umanità verista. E' nel pieno della sua maturità artistica e della sua carriera, ha avuto diverse commissioni pubbliche di rilievo e successi professionali, è ormai un cinquantenne affermato ma comincia a sentirsi solo, tanto che nel 1887 lo raggiunge a Roma una sorella, Teresa, per vivere con lui.

Si data al 1899 l'elezione a presidente dell'Accademia di San Luca, che sancisce il più alto riconoscimento pubblico e l'apice della sua carriera, nomina peraltro rinnovata anche nel 1900. Nello stesso anno purtroppo muore la sorella Teresa: lo raggiunge allora a Roma l'altra sorella, Imelde. Oltre all'ispirazione religiosa di fondo c'è comunque in Galletti una forte adesione patriottica all'ideale dell'Unità d'Italia. Monumenti come il busto a Giuseppe Garibaldi per San Marino del 1882 convivono con opere quali la statua di San Giacomo per la basilica di San Paolo Fuori le Mura del 1884. Sempre nel 1882 vince il terzo premio del concorso per il monumento a Vittorio Emanuele II, partecipa alla progettazione di piazza Venezia, insomma è parte attiva nella realizzazione di quella che sarà al Terza Roma. Nel 1903 riceve la commissione sempre dalla sua città natale del monumento a Ugo Bassi. Nel 1905 un attacco cardiaco lo coglie proprio mentre stava lavorando al gruppo Bruto e i figli di Tarquinio. Più che a particolari adesioni ideologiche Galletti si muove nel campo dei soggetti da rappresentare guidato principalmente dall'ispirazione artistica, dalle richieste della committenza, dai temi dei concorsi.

Ilaria Francia