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Esposizione alla Pontificia Accademia di Belle Arti

1840

Schede

La mattina del giorno 12 di questo mese, nell'Aula Magna della Pontificia nostra Accademia di Belle Arti, furono dispensati i premii a que' giovani studiosi che sovra gli altri si distinsero nell'esercizio di quelle nobili discipline, le quali s'ingegnano in essa celebrata Accademia. - Oratore straordinario di quest'anno è stato il chiarissimo Letterato e Professore Domenico Vaccolini , il quale ha discorso ai giovani premiati e studiosi, con aurei modi e con erudizione e dottrina, di alcune condizioni indispensabili a venire in fama di grandi artisti, e rendersi degni di quella gloria, onde si lascia ai venturi indelebile vestigio di sé. Tali premii poi vennero dati dai nostri Presidi cospicui si della Provincia che del Comune, non pur a que' giovani i quali concorsero nelle Scuole Accademiche, ma ben anche a quegli artisti, che presentarono grandi opere d'invenzione, sopra gli argomenti proposti ne' Programmi dell'Accademia stessa e dell'eccelso Senator nostro. - E perché tali opere premiate, e tutte le altre esposte in sì notevole circostanza, vuoi dagli Artisti d'ogni genere, vuoi dagli Amatori e Meccanici di qualunque maniera, formano l'ammirazione di quanti amano e gustano ciò che tiene origine e norma dallo studio del disegno; così ho reputato non isgradevole il dire alquante parole (non delle opere premiate di che dieder voto e ragione i preclari signori Professori), ma di quelle esposte, onde finora nessuno ha tenuto discorso. E accennerò dapprima le principali opere de' Pittori e Disegnatori figuristi, poi dirò di quelle di Paesaggio, e delle cose architettoniche ed ornamentali, e delle scultorie, e di quanto è prodotto di meccanismo e di scientifico progresso. - Sarò mite e breve: che ne il tempo, ne queste pagine periodiche, ne il fine delle mie riflessioni mi permettono usare altrimenti.

PITTORI E DISEGNATORI FIGURISTI

LAMMA ANGELO - Questo pittore ha presentato all'esposizione una tela grande, che ben presto figurerà nell'altare principale della nuova Chiesa di Rasiglio, che quell'ottimo Parroco, e tutti, qual più qual meno, que' buoni popolani hanno con proprio danaro eretta dalle fondamenta. Tale pittura si compone di tre santi e di un piccolo angioletto. La principal figura di questo dipinto è Sant'Andrea, che standosi eretto della persona, abbraccia affettuosamente quella Croce, che fu il primo il più soave de' suoi desiderii, il più caro dono che mai potesse fargli il Divino Maestro; e piegando a questa il volto e lo sguardo, vede il messaggio del Nume, il quale mostrandogli la palma de' martiri, a bella speranza il conforta. - Alla destar del vecchio apostolo mirasi la Vergine Lucia, la quale è tutta fisa nell'angioletto, perché si avvede che le reca la florita corona della castità. - Alla sinistra del fedel banditore sta inginocchiato il pietoso pellegrino San Rocco, che tien le braccia conserte sul petto, e innalza al cielo una preghiera dal profondo del cuore, e nello sguardo esprime la speranza e l'affetto de' veraci credenti. Prega che squallidi morbi non discendano mai ad affliggere la terra universa, e specialmente stian lungi da quel pastore e da quei popolani , che tanto divoti mostraronsi al Dio delle misericordie. Si fatta pittura, condotta a larghi e sentiti tratti, perchè dev'essere veduta da tale distanza cui la scrupolosa esattezza toglierebbe d'effetto; se per diverse parti riceve le lodi degli osservatori, riscuote quelle degli intelligenti per l'armonia complessiva che vi è ottenuta, per le floride tinte nell'angioletto, e per la testa specialmente del San Rocco, che manifesta l'uomo, il quale ha fatto sagrifizio di ogni comodità della vita, tutto consacrandosi al servigio de' poverelli e de' miseri, ed a più umili ed abbietti uffici mondani. E non è poco poter far dire a un'immagine quel che di se cantava il Petrarca: "..negli atti d'allegrezza spenti / Di fuor si vede com'io dentro avvampi".

TURCHI GAETANO - E' il Turchi un giovinetto ferrarese, che sta di presente alle scuole fiorentine, e che so attiene a quello stile di pittura, che i molti chiamano purismo, e che gli artisti dicono vero di bella elezione. Compatriotto di Benvenuto Tisio da Garofalo, ne ha studiato in disegno le opere, come addimostra un lavoro a matita, già condotto da lui, or sono quattr' anni, sopra un dipinto di quel grand'uomo, il quale rappresentò i Magi al Presepio. Nello scorso anno, innamorato il Turchi di cotal felice seguace di Raffaello, volle tentare la sua prima opera dipinta, sulla maniera del ferrarese celeberrimo. E immaginò la Vergine delle Vergini inginocchiata tutta sola in superne contemplazioni, leggendo una sacra pagina con quella umiltà e quel tremito salutare, onde si accenna l'intera religione dell'anima. Questa fanciulla annunzianda è composta a dolcissima soavità, ed è atteggiata e vestita con tanta modestia, che ben si merita divenir madre di Dio. Il carattere di quel volto, le forme di quelle mani, il fare di quelle pieghe, la semplicità di quella stanza dov'ella medita, tutto dimostra il buon senno del giovane artista; il quale aggiungerà a bella meta ove pervenga a metter maggiormente l'aria e la luce in quelle opere maggiori, che a buon diritto si attendono da lui.

BARALDI LUIGI - E' questi pure un giovane artista, che nato in Pieve di Cento, dove sono parecchie stupende opere del famoso Guercino, ha tratto ivi felicemente copia in disegno di quella bellissima Vergine, cui discende l'arcangelo Gabriello per salutarla piena di grazia, e la quale sarà mai sempre un miracolo della potenza pittorica. Il medesimo Baraldi volle far anch'esso tentativo di un dipinto ad olio; e derivò da una tela dell'esimio nostro Guizzardi un Cristo deposto di Croce, nel quale fa manifesta l'intenzione di un giovane, che tiene, non senza lode, all'antica scuola bolognese. - Ha pur disegnato una Vergine ed un Angelo, provenienti da pitture del divino Raffaello.

ROSSI FORTUNATO - E' artista non più nuovo alla bolognese Esposizione, e come pittor ritrattista vien reputato senza dubbio fra' migliori. - Ha presentato nove ritratti, di uomini e di donne, quali in tavola quali in tela; dove in mezza figura dove in solo busto al naturale, dove in mezze figure ma in piccole dimensioni. E in tutti mostra quella facilità e valentia, che non sono consentite se non a buona pratica ed esperienza.- Io non dirò partitamente di ognuno; dirò bensì che vi si scorge bell'impasto e bastevole effetto; senza parlare della diligenza onde sono condotti, ma scevri da stento; della varietà onde veggonsi toccati, onde vennero composti. Il suo specialmente, che tiene grado di mezzo per dimensione, merita a parer mio il primo posto in fatto di verità; perché, quantunque non appieno finito, e quantunque accenni che il pittore imprende ora i tentativi di un nuovo modo di operare, pur nulla meno mostra aperto che perfezionando il suo metodo, otterrà quel rilievo e quella fluidità del vero, che non sempre si scorgono negli altri lavori suoi, fatti con diverso principio. - De' bellissimi accessorii non parlo, perché dicendo le lodi, darei sospetto non fossevi abbastanza di che encomiare le teste, che ne' ritratti del Rossi non la cedono mai al restante.

BRIGHENTI PIETRO - Quattro effige d'uomini ha trattato ad olio in mezza figura alla grandezza del vero, nella quali soprattutto viene lodata la vivezza dell'espressione, e la varietà del colorito nelle carni, a seconda che il richiedevano le persone ritratte. E queste sono buone doti in un giovane, il quale non fa esclusivamente professione di pittore.

ASIOLI LUIGI - E' pennelleggiato da lui ad olio un ritratto di giovinetto. Dove alcuni scrupolosi vorrebbero nella carnagione più trasparenza ed impasto di tinte, senza di che non può essere piena imitazione del vivo. Ma questi difficili osservatori tengono pur essi in stima il giovane Asioli, perché altre volte si ebbero cotali prove di lui, che mai non cadranno in obblianza.

MEDICI FRANCESCO - Ha fatto mostra di due gentili e ben fatte miniature: una Venere giacente, copiata da una tela del rinomato pittore Landi, ed una Cleopatra disperata della vita, la quale è lodatissima e fedelissima traduzione di quella grande e famosa di Guido, che si conserva a Firenze nella Real Galleria de' Pitti. - Ognuno gli accorda che siano queste le bellissime fra le opere sue: e a lui ne sia onore, che progredisce bene nell'arte; e sia gloria al signor Alessandro Naldi, il quale ne ha dato commissione al valente Medici, usando parte di sue dovizie e favorire le arti.

MASSONE MARIANNA - originaria di Genova, si è data alla miniatura in piccolissima età; e quantunque pur oggi sia molto giovane, pure è salita a lodevole posto nell'arte propria: di che fanno fede due ritratti muliebri da lei presentati.

LUCIDI MARIANNA - romana, ha esposto due miniature, l'una derivata dal Correggio l'altra forse dal Rubens. Rappresenta la prima una Santa Famiglia; la seconda Armida e Rinaldo, con Amore che scherza per aver vinto e soggiogato il guerriero.

GANDOLFI-ZANOTTI CLEMENTINA accademica onoraria - Gli acquerelli di questa egregia signora hanno sempre riscosso l'applauso sincero di tutti: ed ora più che mai, perchè ha lasciato certi studi così detti di genere, e non sempre di buono stile, ed ha seguito il bel consiglio di riprodurre copie di classiche opere, siccome fece l'anno scorso e siccome ha farro quest'anno, dando a mezza figura in piccolo una delle soavi Madonne del Francia; di quelle Madonne che il divino Urbinate chiamava le più belle e più ben fatte che mai avesse vedute.

SPAGNOLI FRANCESCO, il cui nome è ben cognito fra quello degli incisori e de' litografi disegnatori, ha dato in ritratto all'acquerello tinto il celeberrimo capo-scuola d'intaglio signor Prof. Francesco Rosaspina, nel cui volto ha trasfuso magistralmente quell'espressione e quella vita, che durano ancora vigorose in questo Nestore benemerito della nostra scuola calcografica.

MATTEUCCI Conte SANTO di Forlì, seppe questo anno pure attirare in folla gli amatori del disegno a vedere i suoi lavori mirabili a penna. Co' quali pareggia la fluidità delle più delicate incisioni e l'impasto delle più belle litografie che ci vengano dalla Senna, dal Tamigi e dal Reno.- Oh volgess' egli tanta diligenza in dare opere più artistiche, e le quali tornassero ad utilità popolare pel benefizio dell'intaglio o dei disegni alla Sennefelder!

RONCAGLI GIUSEPPE, dilettasi molto del disegno, e ne sia prova una testa dell' immortal Galileo, acquerellata da lui dietro l'incisione ben cognita del Travalloni, ricavata dal famoso ritratto che ne fece il celeberrimo Sustermann.

BENFENATI GIULIO, e i due altri giovanetti GIUSEPPE FERRARI e LUIGI MASETTI ROMANI, hanno fatto aperto come procedano con assai diligenza nell'arte: il primo con disegno ed acquerello, il secondo con litografia, e con disegno finitissimo il terzo.

PITTORI PAESISTI

CAMPEDELLI OTTAVIO, Accademico con voto – Due Paesaggi di lui, l'uno florido e piano, l'altro nudo e montuoso, fanno aperto a ciascuno quanta sia la varietà del suo comporre, e come sappia vedere la differenza delle arie nelle diverse altezze di regione sopra il livello del mare. Il Campedelli è inventore di nobili concetti, ed ha un bello di elezione da pochi sentito, e perciò da pochi gustato. Grande nei complessi, è più grande ancora nelle parti ad una ad una esaminate. Ti presenta un ruscello di acqua scorrente? E tu la vedi cristallina, limpidissima. Te lo presenta in acqua cadente? E tu la scorgi agitata e spumante. L'irraggia il sole? Ed essa lampeggia; l'adombra un gran masso? Ed è cupa. - Ti pinge egli la state? E tu sudi. Il mezzo giorno? E ti senti soffocare. Il tramonto? E ti ristori. L'alba? E t'allieti. - In uno degli esposti paesaggi il sole è basso, il cielo è limpido, l'aura queta. Tu sei diviso fra il puro raggio del grand' astro che indora le cime delle rupi, e il trabalzar delle acque da un piano ad un altro, fra sassi e sassi, che con esso loro travolgono. Nell'altro paese ammiratissimo, l'assunto dell'artista fa ben arduo. Dipinse la state e il mezzodì in un paese meridionale anziché no. - Ma un mezzodì in cui salzan nubi che minacciano tempesta; un di que' giorni in cui non si respira che con lena affannata. - Bisogna osservar molto e con perseveranza per tradurre in tela tanto del vero: e conviene purificare l'occhio da quel falso, onde la vista delle molte e quotidiane cose mediocri lo contaminò; e allora io penso che meglio s'intenda l'artista nostro Campedelli.

BARBIERI GIOVANNI, Accademico onorario di Bologna e di Parma. - Un vasto paese floridissimo ha dipinto in gran tela quest'egregio bolognese. E' un giorno sereno, un luogo amenissimo poco lungi da un lago. - Lucida è l'aria, fresco ed ubertoso il suolo, rigogliose le piante, ond' è sparsa la pianura. - Un castello alla vetta di una rupe, un succedersi di paini variati ed estesi, che portan lo sguardo fino al lontano orizzonte. - Questo paese diletta per una tal varietà che vi si scorge. Ne poteva altrimenti. Siamo nella famosa regione di Caria: nel reame di Inaco, dov'Io fu convertita in Giovenca dal Tonante Amatore, che volle sottrarla all'ira tremenda di Giunone. Ma ecco la gelosa Dea l'ottenne in balia: ecco l'infelice quadrupede in custodia di Argo: ecco Mercurio che addormenta col suono il mal vigile guardiano, e fra breve l'ucciderà. Ma intanto la bestia è punta per voler di Giunone dal molesto tafano, che la mette in furore, ond' essa si caccia all'acqua per ristorarsi; ma indarno. Il tuo furore crescerà, fuggirai dal padre, tragitterai a fatica il Mediterraneo, e solamente dopo la lunga fatica verrai deificata dall' adusto Egiziano. - Un tal paese mitologico voleva vaghezza, ed il Barbieri ne ha dato saggio; e voleva tale, che ci fra noi vi riguarda non possa mai dire: Ne ho veduto alcuna de' simili.

GRATI CONTE ANTONIO, Accademico con Voto - Una veduta di mare osservata dall'interno di una Dogana, è il variato dipinto prospettico, esposto da quet'esimio cultore della bell'Arte pittorica. Sull'onda tutto è calma: calmo il cielo, facile il muover delle navi, lievissimo lo scorrere del lontano piroscafo. Entro la Dogana tutto è vita, moto, lavoro. Oh bella esistenza dove il commercio è animato, dove le vie si fanno brevi e facili pegli umani bisogni!

TERMANINI Monsignor GIUSEPPE, Accademico d'onore – Selve, campi, scogliere, laghi, capanne, chiostri, mura, torri, e quanto può render vario il dipinto di paesaggio, sia che figuri notturna l'ora, sia che la mostri diurna; e illuminata dal sole, o dalla luna, o da un fanale, o dall'aria serena: tutto suol trattare con prontezza questo reverendo cultore delle Arti, e di tutto a dato saggio in undici piccole tele da lui esposte.

FERRI DOMENICO – Ecco un artista di vero nome europeo: ecco lo Scenografo per eccellenza. E due belle scene, quantunque in brevi limiti, ha presentato a' concittadini suoi. In entrambe vediamo il mare in fortuna: nell'una è bersaglio de' flutti una immobile rupe solcata da pervicaci intemperie di stagioni: nell'altra una povera nave ridotta a pessimo stato. Oh quanta furia in quell'onde! Come spumeggiano, come s'accavallano, come si confondono e si succedono! E quel cielo? Oh come è terribile, come lampeggia! Di quanta pioggia sono pregne quelle nubi; di quanti vapori è ingombra quell'aria! - Le due tele del Ferri sono bei concetti poetici, che parlano all'anima, che impongono allo sguardo! - Non è dato a tutti di sentir tanto, e di far tanto sentire. Ed è molto raggiungere siffatto scopo, qualunque siano i mezzi per arrivarvi!

VENTURI LUIGI – Diverse pitture di paesaggio del giovine Venturi sono lodate a buon diritto dall'universale, perché in fatto di totale armonia, nel volger breve di un anno ha dato saggio di non poco miglioramento. E ciò si ammira, più che in altri de' suoi lavori, in quello che rappresenta la Villa de' Nobili Marsili Rossi a Pontecchio, celebre per bellezza di luogo, per ricchezza nel palagio, per magnifiche adiacenze, e per rammemoranze storiche, fra le quali è notevole l'avervi avuto soggiorno in giovinezza il Gran Cantor di Goffredo. Questa villa, presa in buon punto di veduta quasi dinanzi al palagio, è condotta in dipinto con facilità di pennello, segnatamente nelle parti anteriori, ed è stata eseguita pel munifico si. Dott. Francesco Cavezzali di Milano, fautore sì largo di tutte le arti del disegno, che ben desidero ai giovani dipintori e scultori Mecenati generosi, ch' abbiano il cuore e la mente di quest' esimio lombardo.

TIBALDI GAETANO – Un paese delizioso sulla sponda d'un lago è dipintura di lui (cognito già per diverse opere commendevoli), la quale dimostra come sappia sostenersi in quell'opinione cui seppe meritatamente levarsi.

MORGHEN Tenente – Un figlio del famosissimo Morghen, dopo lasciato il brando e il moschetto, ha preso ha trattare i pennelli ed i colori: e vede la campestre natura con giustissimo sguardo, e ne sente la vaghezza delle scene, e con molta facilità le traduce dal vero in su piccole tele. Qui ne fa fede un paesello coperto di neve, dov'è tanta giustezza di tinte, tanto intendimento de' lumi e dell'aerea prospettiva, che tutti il dicono vero prezioso dipinto!

FERRARI CASTELVETRI – E' questi un Maestro di Musica, un giovine che non getta i dì della state poltrendo in villa, ne le ore di diurno riposo sciupandole in vero ozio. Si diletta di paesaggio, e vi da opera con buon successo, siccome il provano diverse sue dipinture esposte, ed una frall' altre, tratta dall'incisione del Woollet sopra un magnifico paesaggio di Claudio, conosciuto comunemente col nome di Rovine Antiche.

GUARDASSONI ALESSANDRO giovine di bellissime speranze, PATERLINI FRANCESCO, LONGHI dott. D. GAETANO, CALVI Marchese LODOVICO, ed alcuni altri, poser pur opera a dipingere paesaggi ed avanzi di fabbriche con successo lodevole, collaborando a sostenere in onore Bologna, la quale venne in tanta fama pe' Martinelli, pe' Busatti, pe' Burcher, pe' Fantuzzi, tutti solenni paesisti.

PITTORI E DISEGNATORI DI COSE ARCHITETTONICHE ED ORNAMENTALI

GESSI ONOFRIO – Eseguì nella scuola del fu professore Leandro Marconi un gran fregio d'Ornato Architettonico, acquerellato ad accennare un bassorilievo marmoreo, e ne ha fatto esposizione con molto onor suo.

FANTI CAROLINA – Ha presentato cinque quadretti all'acquerello colorato, i quali mostrano composizioni lodevoli di fiori e di frutta.

MARIANNA e TERESA, sorelle VENTUROLI – Riscuotono encomio per loro opere diligenti pennelleggiate all'acquerello. La prima ha dato aggruppamenti di fiori e di frutta, la seocnda una tigre ed un paesaggio.

GNUDI MARCHESA CAROLINA – Ha disegnato con bell'effetto a graffitura, su foglia d'oro in cristallo, un mazzo di fiori.

SCULTORI

PUTTI MASSIMILIANO – Il buon Pastore: modello di bassorilievo in gesso per cima d'un Monumento Sepolcrale da eseguirsi in marmo. - Affettuosa è la figura del buon Pastore, plasticata dal Putti; naturale la movenza della medesima, gentili e nobili il modo e l'espressione della fisonomia. Con molta dolcezza riguarda una pecorella del prato, mentre tiene sulle spalle l' agnella rinvenuta, della quale corse in cerca, lasciando per alcun tempo le altre novantanove. Quest'immagine simbolica del divino Riparatore, che tanto è sollecito di recuperare i traviati del popol suo, vedesi espressa convenevolmente, sì per studio del vero, sì per carattere di membra, s' per ragionevolezza di vestimento. E se le pieghe della camicetta, cadenti dalla sinistra spalla sul braccio, fossero alquanto meno voluminose, ritengon gli artisti che l'opera del Putti acquisterebbe nuovo grado di bellezza e di semplicità.

BERTELLI ALFONSO – E' giovinetto che applica all'arte scultoria con amore non comune, e che adopera ad un tempo in cose di disegno dal vero e dal bello, siccome ha mostrato colla testa d'un Aiace e con quella del famoso Apollo di Belvedere, esposte da lui. Ma dicendo di sue plastiche, tacerò d'una statuetta della Dea Tellure, la quale, non so come, si vede guasta e restaurata; ne parlerò della testa di Lucio vero, ne di un Putto dormiente, copiati entrambi; ma loderollo pel ritratto d'un suo fratello poco più che fanciullo, il qual ritratto è condotto con franchi modi di statuaria, e con quello stile greco-romano del buon secolo d'Augusto o di quello di Claudio. E abbiamo in vero alcuni ritratti di giovinetti, scolpiti in quella età, lo stile de' quali è certamente quello cui s'è attenuto il giovinetto plasticatore.

LAZZARI LUIGI di Cento ed ARNOALDI ASTORRE di Bologna – Hanno fatto copia con molta diligenza e con buon successo di un famoso torso virile del divino Fidia; e il primo di essi ha copiato inoltre una bella testa del Macedone conquistatore.

PICCIOLI PRUDENZO Modenese – Si è distinto per un ritratto di giovine, plasticato dal vivo, dove l'insieme della testa è condotto con lodevole verità.

RICAMATRICI

TARTARINI – MANZI RACHELE, di Bologna – Non sono nuovi i bei ricami di lei a colore; e non ricami di niun rilievo, ma quadretti di paesaggio o di figura a tutta finitezza – Quest'anno ha presentato una scena così detta di genere: un militare abbronzato dal sole, che scherza con un bambino di floridissima carnagione, godendosi de' suoi vezzi puerili, dopo affrontati i molti pericoli marziali. Tutto è trapunto d'ago con tant' artifizio da simulare un dipinto: ma il contrapposto delle due teste è fatto con assai magistero.

GENTILI AURELIA DEI SIGNORI DI ROVELLONE, da S. Severino – Il sunnomato ritratto del Galilei, ricavato dall'intaglio del Travalloni, è trappunto da lei in ricamo nero su drappo serico bianco, in modo si studiato, che accenna i tratti del bulino nell'intaglio calcografico.

SALAROLI TERESA di Bologna – Ha imitata coll'ago un'incisione di paesaggio all'acquaforte, in dimensione non comune e con comune abilità.

ALDINI ANNA bolognese – Col metodo stesso ha condotto un ricamo, non senza effetto, la veduta esterna prospettica della Chiesa de' Minori Osservanti di Faenza.

MECCANICI E STUDIOSI DI VARIO GENERE

ALBERGATI CAPACELLI N.U. Marchese LUIGI – Ha lavorato in Cartone con moltissima diligenza un modello grande di sua invenzione, rappresentante una Torre o Lanterna di mare da erigersi sopra una scogliera, siccome fece non ha molto il celebre Stevenson inglese.

MACCAGNANI ANGELO – si distingue pe' suoi libri teorico-pratici (frutti di lunghe sperienze) coi quali offre modo d'impedire che i cammini non rigurgitino fumo nelle camere dov' hanno bocca.

OSSI VINCENZO di Bagnacavallo – Ha costruito ed esposto un completo, leggiero ed elegante archibugio per caccia di belve, con baionetta a puntone e coltello, e quattro canne uniscopiche, ed acciarino fulminante.

GIORGI GIUSEPPE mostra bell'ingegno per un Tornio in aria di sua particolare invenzione.

CERUTTI STEFANO di Pavia è perfezionatore di quell'automa pittorico conosciuto sotto il nome di Mennquin, onde tanto si giovano le arti della statuaria e del dipinto.

MAZZOLI MARCELLO ha fatto applicazione del pendolo a un orologio da saccoccia; il che fra noi non era stato ancor fatto.

I FRATELLI ALVISI si distinguono sempre coi loro eleganti e magnifici arredamenti per cavalli signorili.

E per venire da ultimo ad invenzioni di grandissima utilità agli studi, e specialmente alla numismatica, dirò di pregevoli cose che noi non dobbiamo se non a' nostri concittadini FRANCESCO AMADORI e GAETANI CANUTI. Il primo, che opera nelle sperienze fisiche al chiarissimo sig. Professore Gherardi, ha dato saggio di bellissimi risultamenti Galvano-plastici in diverse medaglie o forme di medaglie, ottenute per mezzo della Pila Voltaica e dell'elettrica scintilla: cose che, dette e preconizzate a mezzo il secolo scorso, si sarebbero tenute in concetto di bestemmie o di sogni d'infermo. Il secondo, litografo ed incisore, ha trovato una macchina (ed egli è il primo in Italia che n'abbia fatto tentativo con buon successo) mediante la quale si riproducono in istampa medaglie, monete e piccoli bassorilievi metallici, con tanta verità da ingannare l'occhio il più acuto e parer verissime fusioni di metallica sostanza. Esso Canuti, che ha meritato lodi d'incoraggiamento da giudici artisti, attende del continuo a perfezionare l'industre suo meccanismo; e viene assicurato dai valenti pittori parigini Em. Keller ed Enrico du Calsne, che potrà ridurlo a tale esattezza e sensibilità da dare un di risultamenti mirabili, come sono quelli del famoso inventore Collas. E qui chiuderò col dirigere le mie povere gratulazioni a quanti coltivano le arti, di qualunque sia genere; e gli esorterò a pensare che il diletto suolo d'Italia fu sempre nido di grandi uomini, ed ebbe il vanto soave d'aver dato la culla ai sommi artisti dell'universo; e tali che parvero al mondo più che di creta mortale. - Ne altro soggiungo; che un tanto pensiero, in anime nobili e vivaci, dev'esser fiamma possentissima ad accenderle nel desiderio di emular la grandezza degli avi.

SALVATORE MUZZI

Testo tratto da LA FARFALLA anno 1840 n.46,  martedì 18 Novembre. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.