De Giovanni Francesca Edera

De Giovanni Francesca Edera detto/a Edera

17 luglio 1923 - 1 aprile 1944

Note sintetiche

Causa della morte: Esecuzione
Occupazione: Mugnaio

Riconoscimenti

  • Partigiana/o ( 9 settembre 1943 - 1 aprile 1944)

Scheda

Francesca Edera De Giovanni, "Edera", da Alfredo e Luigia Maria Grilli; nata il 17 luglio 1923 a Monterenzio; ivi residente nella frazione di Savazza nel 1943. Mugnaia. Negli ultimi giorni del gennaio 1943, mentre si trovava in un locale pubblico, a Savazza (Monterenzio), si avvicinò a un impiegato comunale e, indicando la camicia nera che portava sotto la giacca, disse: "Queste camicie nere... fra qualche anno dovranno scomparire". Denunciata non si sa da chi, fu arrestata il 28 gennaio. Interrogata dai carabinieri, ammise di avere pronunciato la frase, ma in tono scherzoso perché la camicia non era pulita. Dopo 15 giorni di carcere fu diffidata e liberata. Il mulino intanto era divenuto luogo di ritrovo per gli antifascisti della zona.

Fece parte del primo gruppo di partigiani formatosi a Monterenzio, che in seguito confluirà nella 36a brigata Bianconcini Garibaldi e nella 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi. Dopo l'8 settembre nacque un primo gruppo di partigiani composto da Enrico Foscardi (di professione falegname), Attilio Diolaiti (venditore ambulante), Luciano Bergonzini (studente universitario sfollato), Ettore Zaniboni (vigile municipale), Dante Ugolini (macellaio) e lo stesso Guerrino De Giovanni, cugino di Edera, che guidava il gruppo e lavorava alla “Ducati”. Quest'ultimo fu tra gli organizzatori degli scioperi e del sabotaggio della produzione bellica nella fabbrica bolognese e venne arrestato ed incarcerato fino al 22 marzo 1944. Nel gruppo entrò far parte anche Egon Brass, uno studente originario di Aidussina (GO), che divenne il fidanzato di Edera. Il 25 marzo scesero in città Edera, Egon Brass, Enrico Foscardi, Attilio Diolaiti ed Ettore Zaniboni per recarsi all'appuntamento in Piazza Ravegnana davanti alla bancherella di penne stilografiche, gestita dal Diolaiti, con un certo Remo Naldi, che si svelerà essere un infiltrato, ma che per messa in scena si fece arrestare insieme a Zaniboni. Negli stessi giorni a Savazza fu arrestato anche Ferdinando Grilli, zio di Edera, e portato nel carcere bolognese di San Giovanni in Monte dove erano detenuti gli altri arrestati di Monterenzio, posti a disposizione del Questore. Furono tutti interrogati e torturati dagli uomini della famigerata Compagnia Autonoma Speciale (CAS) comandata da Renato Tartarotti. Edera risulta incarcerata a San Giovanni in Monte il 30 marzo 1944, con matricola 1982. Nella notte tra il 31 marzo e l'1 aprile 1944 per ordine del Questore fu prelevata dal carcere insieme a Egon Brass, Attilio Diolaiti, Enrico Foscardi, Ferdinando Grilli e Ettore Zaniboni. Prima di uscire Edera consegnò 100 lire a madre teresa, la suora responsabile del reparto femminile, perchè li facese avere alla famiglia. Al gruppo venne detto che dovevano essere trasferiti al carcere di Castelfranco Emilia, ma il tragitto fu assai più breve e arrivati al cimitero della Certosa di Bologna, furono fatti scendere e dopo essere stati addossati ad uno dei muri di recinzione furono fucilati da un plotone della CAS comandato dal milite Renato Roncarelli.

Fu la prima donna a essere fucilata a Bologna dai fascisti. Sembra che davanti al plotone di esecuzione abbia pronunciato queste ultime parole: « Uccidetemi pure se anche una inerme fanciulla diciannovenne vi fa tremare! Ma non è lontano il momento della vendetta e voi ripagherete col sangue, il sangue che avete sparso», ma per altre fonti Edera invece al momento dell'esecuzione si girò, muta per sputare verso i cernefici, prendendo la scarica nel petto. Riconosciuta partigiana nella 1ma brigata Irma Bandiera Garibaldi e nella 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi dal 9 settembre 1943 all' 1 aprile 1944. Il 2 aprile 1944 "il Resto del Carlino" diede notizia dell'avvenuta fucilazione in un articolo dal titolo "Ferma ed energica azione contro le bande terroristiche". La notizia fu riferita anche in un volantino del comitato federale del PCI nella prima decade di settembre e dal foglio clandestino "La Voce delle donne" nel marzo 1945.

E' sepolta nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordata nel Sacrario di Piazza Nettuno e nel Monumento alle Cadute partigiane a Villa Spada. Il suo nome è stato dato a una strada e a una scuola d'infanzia di Bologna e a una strada di Monterenzio. Nel 2012, lo scrittore Pino Cacucci raccontò la sua breve vita in un capitolo del libro "Nessuno può portarti un fiore", edito da Feltrinelli.

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70° della liberazione di Monterenzio
70° della liberazione di Monterenzio

Intervista di Giada Pagani
Intervistati: Idalgo Monti, Graziana Monti, Ornella Boschi (cognata di Edera de Giovanni) MariaTeresa Corvinelli (racconta della Liberazione a Bologna) e Loredana De Giovanni (sorella di Edera e figlia di Guerrino De Giovanni)
Riprese di Ivan Mantovani -montaggio ed altri accorgimenti tecnici di Giulio Colli

Edera e Mimma
Edera e Mimma

Lo scrittore Pino Cacucci ripercorre attraverso i suoi libri le vicende di Francesca Edera De Giovanni e Irma Bandiera

Bibliografia
Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919- 1945)
Albertazzi A., Arbizzani L., Onofri N.S.
1985 Bologna ISB
Nessuno può portarti un fiore
Pino Cacucci
2012 Feltrinelli