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Umberto Costanzini

1897 - 1968

Scheda

Costanzini Umberto, nato a Vignola nel 1897 e morto a Bologna nel 1968.
Frequenta la Scuola di applicazione per ingegneri di Bologna laureandosi il  27/12/1924 con Attilio Muggia. Come tutti gli ingegneri formatisi in quegli anni, Costanzini possiede competenze sia in campo architettonico, sia in ambito strutturale soprattutto nell'utilizzo del cemento armato. Questa versatilità lo porta, l'anno successivo, a essere nominato da Leandro Arpinati in persona direttore dell'Ufficio tecnico della casa del Fascio.
Con tale qualifica dirige i lavori del nuovo campo polisportivo di Bologna (Littoriale, poi stadio Dall'Ara) di cui progetta le strutture in cemento armato. Quest'opera rappresenta per Costanzini il massimo successo professionale non solamente come ingegnere, bensì come coordinatore e supervisore nella realizzazione dell'allora più grande stadio d'Europa.
La capacità gestionale dimostrata in quest'occasione gli consentirà di «specializzarsi» nella progettazione di impianti sportivi.
Nel 1928 realizza il campo polisportivo dell'ippodromo di Ravenna, l'anno successivo dirige i lavori per l'ippodromo Arcoveggio di Bologna (progettando anche le scuderie) al quale collaboreranno anche l'architetto Paolo Vietti Violi per la progettazione architettonica della tribuna, gli ingegneri Luciano Petrucci nella direzione lavori e Armando Villa per i calcoli strutturali della tribuna.
L'anno successivo, insieme con Petrucci realizza lo stadio di Modena seguendo il medesimo iter progettuale del Littoriale: direzione lavori e calcolo delle strutture in cemento armato.
In questi anni gli incarichi affidati a Costanzini si susseguono: caserma per la scuola di volo a vela di Pavullo e la tettoia per il caffè
Modernissimo a palazzo Ronzani a Bologna (1928), casa del Balilla di Pavullo e di Castelvetro nel 1929, mercato ortofrutticolo di Vignola (1930), ponte sul fiume Amato per la bonifica di Sant'Eufemia (1933).
Il rapporto di amicizia e collaborazione con il podestà Leandro Arpinati si rivela, in seguito, un limite per la carriera; la fine delle fortune politiche del podestà comporterà, infatti, anche una minore fortuna professionale per i tecnici a lui maggiormente vicini come l'architetto Giulio Ulisse Arata e lo stesso Costanzini.