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Corriere dell’Emilia

1945

Schede

Bologna fu liberata il 21.4.1945. Il giorno 22 furono messi in vendita nelle edicole 5 giornali: “Corriere dell’Emilia”, “Corriere alleato”, “Rinascita”, “Giustizia e libertà” e “Bologna liberata”.
I primi due erano editi dal PWB, la sezione stampa dell’AMG. Il “Corriere dell’Emilia” aveva questo sottotitolo: “Quotidiano della Valle Padana a cura del P.W.B.”.
Aveva quattro pagine, del formato 25 per 40 cm, e costava una lira. Non aveva l’indicazione del direttore. Nella prima pagina recava notizie sull’andamento della guerra, nella seconda e nella terza articoli che riassumevano gli avvenimenti politico-militari degli ultimi mesi e nella quarta i bandi emessi dall’AMG.
Era stato stampato a Firenze e portato a Bologna con un camion. La redazione era composta di giornalisti americani e italiani, anche se tra gli italiani molti erano giornalisti improvvisati, come Edoardo Volterra*, che diventerà rettore dell’università.
In attesa di rabberciare alla meglio la tipografia de “il Resto del Carlino” colpita da bombe di aereo - si trovava in via Dogali, l’attuale via Gramsci, dove oggi ha sede il Royal Hotel Carlton il giornale continuò a essere stampato a Firenze.
Il primo numero bolognese uscì il 3.5.1945. Anche se il nome non figurava in gerenza, il direttore era Gino Tibalducci. Della primissima redazione fecero parte Bruno Fallaci, Luciano Bergonzini*, Enzo Biagi*, Federico Zardi*, Volterra, Giancarlo Cavalli*, Giannino Zanelli, Sigfrido Rossi (che firmava Wolfango Rossani), Bruno Castellino, Celestino Barbieri, Walter Minardi, Giuseppe Fiorentini, Giorgio Vitali e Antonio Comaschi detto Nino. Il giornale tirava tra le 130 e le 150 mila copie.
Ospitava equamente i comunicati dei sindacati come dei datori di lavoro, ai quali concedeva un uguale spazio.
I partiti potevano esprimersi nella rubrica “La tribuna dei partiti”. All’inizio di luglio, quando il PWB abbandonò Bologna, perché le truppe alleate lasciavano il paese, il giornale rischiò di chiudere. I partiti di sinistra non lo vollero perché soddisfatti di “Rinascita”, la DC era in attesa dell’uscita de “L’Avvenire d’Italia”, mentre gli altri partiti erano troppo piccoli per accollarsi una simile impresa.
A differenza di quanto aveva fatto a Firenze, con la “Nazione del Popolo”, il PWB non lo volle donare all’amministrazione comunale. Il 10.7.1945 i giornalisti e gli amministrativi del giornale - in tutto 22 persone - costituirono la Cooperativa del Giornale dell’Emilia, alla quale il PWB donò la vecchia testata e le attrezzature. Il 17.7.1945 uscì il primo numero del “Giornale dell’Emilia” diretto da Gino Tibalducci, gestito in forma cooperativa.[O]