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Studi e copie dal vero - Masotti Giovanni

1888 - 89

Schede

Realizzati da Giovanni Masotti tra il 1888 e il 1889, quattro di essi riportano in basso la data del 1889. Si tratta di esercitazioni didattiche al Collegio Artistico venturoli di Bologna, come dimostrano le analoghe prove di Cleto Capri e Giuseppe Romagnoli. Confrontando le opere dei tre artisti in formazione risulta evidente la ripresa degli stessi temi, in alcuni casi declinati attraverso la scelta di soggetti diversi.

Alcuni studi ritraggono dal vero ambienti ed oggetti del collegio, come la veduta del cortile con pianta, datata al primo di luglio del 1889. Per descrivere l’edificio che ospita gli allievi scrive Cleto Capri: “Non vi è che il pian terreno e il primo piano e nell’interno vi è un portico che gira tutt’intorno a un bel cortile. Ognuno di noi ha la sua cameretta con la finestra che guarda sul portico”. E' interessante notare come, da queste esercitazioni, gli allievi traevano spunto per elaborare opere più impegnative. E' il caso di Masotti che, tra l’89 e il 90, sviluppa il tema della veduta interna al collegio in tre dipinti ad olio, Il colonnato del Collegio Venturoli e Palazzo Bentivoglio, Il colonnato del Collegio Venturoli, e Veduta del colonnato del Collegio Venturoli con Palazzo Bentivoglio, ora in collezione privata.

Anche la composizione con il drappo di broccato rosso richiama la vita di collegio, come lascia supporre il cavalletto sul quale è abbandonata la stoffa. Ci sono poi gli studi ispirati alla natura, come i fiori e la farfalla. I giovani artisti si esercitavano a riprodurre con precisione piante, animali e insetti. Tra le materie seguite dai corsisti, oltre a disegno, algebra, geometria, storia e geografia, c’era anche botanica e con quest’ultima, come scrive l’alunno Alberto Pasquinelli, s’imparano “le diversità di piante che si trovano nella natura”.

All’interno del collegio vi era poi un erbario, un grande libro che conservava tra le sue pagine esemplari di fiori ed erbe lasciate ad essiccare. Questi esemplari venivano spesso raccolti dagli alunni durante le gite di gruppo, come raccontano le pagine dei Diari tenute dagli stessi studenti.

Scrive Masotti il 19 marzo 1887: “Alle ore 8 1/2 circa andammo fuori porta S. Mamolo lungo l’Aposa e ci divertimmo a raccogliere le viole mammole lungo la strada. Ritornati indietro prendemmo il tramvia che dall’osteria della Palazzina conduce a piazza Vittorio Emanuele”. Poi ancora il 31 dello stesso mese: “A un’ora dopo mezzogiorno andammo a fare una passeggiata. Giunti alla piazza Vittorio Emanuele prendemmo il tramvia che ci condusse alla Palazzina. Ci avviammo poscia per la strada detta dei Colli, e lungo questa ci divertimmo a raccogliere delle viole mammole e dei tulipani che si ritrovavano qua e là nei campi”. Un altro interessante passo di Cleto Capri del 2 settembre 1886 racconta di una gita a Paderno, durante la quale gli alunni insieme al rettore si danno alla caccia alle farfalle, riuscendo a catturarne quattro.

A volte anche le fotografie facevano da modello per le esercitazioni degli studenti. Racconta Alberto Pasquinelli: “Gli studi di disegno, che noi facciamo, sono copie dal vero, dalle fotografie, dove mentre ritroviamo l’utile, abbiamo nello stesso tempo il dilettevole”. Il primo dicembre 1884 il rettore Augusto Romagnoli ricorda i numerosi strumenti a disposizione degli studenti all’interno del collegio: “Il Rettore non ha mai risparmiato nè cura, nè tempo e nemmeno denari per erudirli in quanto s’attiene ad arte. Quindi si è procurato una serie non indifferente d’illustrazioni di vario genere da mostrare agli alunni e da prestar loro quando ne abbisognassero; non ha mancato di provvedersi di una bella collezione di fotografie di quadri, di statue e monumenti antichi e moderni sempre a vantaggio degli alunni”. Nel febbraio 1887 Cleto Capri ricorda nei Diari “le molte fotografie” che l’amministratore Leopoldo Lambertini aveva portato da Roma.

Gli artisti in formazione avevano tra le mura del collegio abbondanza di modelli per esercitarsi dal vero, ma anche le uscite di gruppo, quando la stagione lo consentiva, si trasformavano in occasioni piacevoli per perfezionarsi nell’arte. “Avemmo la visita del Prof. Tartarini - si legge nei Diari il 10 settembre 1889 - e come al solito, assieme a lui, andammo nelle vicinanze di Reno a fare uno studio a colore”. E due giorni dopo: “Alle due, tutti assieme, si ascese a una collina detta Sampiera e ci trattenemmo circa un’ora e mezzo, nel qual tempo facemmo un bozzetto d’una parte di quella bella veduta”.

Ilaria Chia

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015.