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Stele Spadacini

1880

Schede

Il rinvenimento del disegno e dell’allegata documentazione per il sepolcro Spadacini presso l'Archivio Storico del Comune tolgono dall’anonimato il marmo che ora possiamo aggiungere al catalogo di Giuseppe Pacchioni. È una significativa acquisizione che ci conferma ancor più la dualità stilistica dello scultore, il quale nelle opere monumentali o complesse dal punto di vista compositivo si rivela legato ad una cultura classica ed accademica, mentre nei ritratti trova la vena più felice, aderente al contemporaneo verismo. Il disegno per la stele Spadacini, meticoloso e preciso nel segno grafico, viene eseguita fedelmente al progetto. Per la collocazione degli incisivi ritratti dei due coniugi, il committente chiede e ottiene la chiusura del varco centrale di una delle “sale delle antichità” che si affaccia sul Chiostro I, tanto che ancora oggi è la prima opera che il visitatore incontra nel cimitero entrando dal Cortile della
Chiesa. L'opera rappresenta i pregi ed i limiti dell’ampio catalogo cimiteriale di Pacchioni, che comunque stupisce in considerazione di una vita dedita non solo all’arte ma anche alla lotta per alti valori sociali e politici, anche a costo di prigionie e lunghe sofferenze.

L'epigrafe incisa sotto i ritratti riporta: A Teresa Spadacini di Reggio dell'Emilia, fiore di gentilezza e d'ogni amabile virtù, ingegnosa caritatevole pia, d'anni 42 per subito morbo affranta, chiuse qui in Bologna gli occhi al terreno esilio, per riaprirli nella patria celeste il 22 giugno 1880. Massimiliano Giovanardi piange inconsolabile l'ottima sposa, ahi! Troppo presto perduta.

Roberto Martorelli