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Stele di Ruggero Miti

1920

Schede

La lapide commemorativa dell’aviatore Ruggero Miti, tenente dell’aviazione morto nell’ospedale militare di Bologna nel 1918, fu eseguita da Pietro Veronesi nel 1920. In analogia alla tomba Clerici, viene scelta l’immagine dell’aquila su elica, chiara allusione al corpo dell’aeronautica. Se l’eloquenza bellica del monumento Clerici si esprime con la simbologia della gloria affidata al ramo di palma racchiuso nel becco del rapace, nella tomba Miti è demandata alle grandi ali dell’aquila poste esattamente al centro della composizione e spiegate per tutta la larghezza della lapide. A questa ridondante simbologia sembra rispondere la discreta iscrizione incisa sul granito a destra, come per ricordare, con semplicità quasi poetica, la sola e tragica realtà della guerra al di là di ogni vanagloria, ovvero la morte prematura e il dolore eterno dei famigliari. L’immagine di Ruggero Miti si accosta alla tipologia raffigurativa del ritratto fotografico, particolarità che caratterizza enormemente la scultura legata alla Grande Guerra. Alla base della corona d’alloro che racchiude il ritratto e sull’elica si annodano e si agitano dei nastri, espressione un po’ bizzarra del Liberty, tuttavia utile per conferire una maggiore scioltezza alla composizione.

Monumento composito a parete recante al centro una placca in bronzo rappresentante una composizione con i simboli dell’aviazione, l’aquila e l’elica, sormontata da una corona d’alloro al cui interno è rappresentato il busto del caduto ritratto in abiti militari. La lastra bronzea è conclusa, ai lati, da due fiaccole e reca l’iscrizione con il nome e gli estremi anagrafici del caduto. La struttura è posta su un lapidone in granito rosa, riportante ai lati due iscrizioni incise e rubricate, e sul cui zoccolo è applicata una targa, anch’essa in granito, riportante un’ iscrizione incisa.

Epigrafi

(lapidone, parte destra) FOSTI IL NOSTRO ORGOGLIO NELLA / TUA BREVE VITA, MA TROPPO PRESTO / CI LASCIASTI, E IL NOSTRO DOLORE / È DI QUELLI CHE NON HANNO FINE.

(lastra, a sinistra) INGEGNERE / RUGGERO. (lastra, a destra) 9 MARZO 1898 / 29 SETTEMBRE 1918.

(in basso al centro) EUGENIO MITI / PER SE' E SUOI

(lapide nel corridoio annesso) LA ADDOLORATA FAMIGLIA / DEL VENTENNE / RUGGERO MITI / TENENTE OSSERVATORE / NELLA 32 SQUADRIGLIA AEREOPLANI / LAUREATO AD HONOREM IN INGEGNERIA / DALLA R. UNIVERSITA' DI BOLOGNA / IMMOLATOSI A DIO PER LA PATRIA / IL 29 SETTEMBRE 1918 / QUI NE COMPOSE GLI AVANZI MORTALI / CUSTODENDO GELOSA MEMORIA PERENNE / DI SUE DOTI PRECLARE / DI SUE EROICHE VIRTU' / GIA' VANTO AMBITO POI DOLOROSO RICORDO / RIPOSI IN PACE

(lapide nel corridoio annesso) QUI RIPOSA / NELLA PACE DEL SIGNORE / IL CAV. EUGENIO MITI / LA CUI VITA RETTA / ONESTA LABORIOSA / FU ESPRESSIONE DI FEDE / CRISTIANAMENTE ATTUATA / (alfa) 2 FEBBRAIO 1873 (omega) 17 OTTOBRE 1946

(lapide nel corridoio annesso) QUI RIPOSA IN CRISTO / ZELIA CASSINARI / VED. MITI / CHE FU SANTAMENTE MAMMA / CON L'ASSOLUTA GENEROSA DEDIZIONE / CON LA TENEREZZA / E L'INTENSITA' DELL'AMORE / CON L'ESEMPIO VIRTUOSO / 24 FEB. 1877 - 7 DIC. 1953

Testo tratto da 'Memorie della grande guerra: le tombe dei caduti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna', Minerva, 2007.