Solà Antonio

Solà Antonio

1787 - 10 Giugno 1861

Note sintetiche

Occupazione: Scultore

Scheda

Antonio Solà, scultore, nasce a Barcellona nel 1787. Alla precoce età di otto anni si iscrive al corso di disegno della Scuola de La Lonja nella sua città natale. Pochi anni dopo, nel 1803, si trasferisce a Roma dove l'anno successivo vince, sotto la direzione di Camillo Pacetti, il premio di Scultura nella Scuola del Nudo. I suoi primi anni romani sono dedicati allo studio delle sculture antiche esposte nel Museo Pio Clementino e Capitolino e nel contempo in questi primi anni di alunnato realizza alcuni ritratti. Nel 1809 si ha notizia di una sua Psiche. Il lungo elenco di opere citate purtroppo al momento non trova riscontri. Successivamente subisce una forte influenza dallo scultore Bertel Thorvaldsen, presente stabilmente nella città capitolina con un proprio studio, e ne diviene alllievo presso l'Accademia di San Luca. Il rapporti con il suo maestro devono essere molto cordiali poiché egli si adopera per farlo nominare accademico di merito già nel 1816. All'inizio degli anni '20 spetta l'esecuzione di un monumento funebre in marmo per la Certosa di Bologna. Il sepolcro è dedicato ad uno spagnolo (Rodriguez Laso Simone), spiegando quindi solo in parte la presenza di un'opera di questo artista a Bologna. I contatti con l'ambiente felsineo devono rimanere saldi sia per la conoscenza di Giuseppe Tambroni, sia perché nel 1842 risulta tra i Soci d'Onore dell'Accademia di Belle Arti e indicato come spagnuolo scultore Membro dell'insigne Accad. Di S. Luca in Roma.

La carriera di Solà all'interno dell'Accademia romana è costellata di crescenti impegni e nomine tanto che tra il 1838 al 1840 ne viene nominato Presidente. Solà riuscì in pochi anni a inserirsi pienamente nel mondo culturale e accademico romano, assumendo nel tempo numerose cariche ufficiali che gli consentirono di promuovere lo studio e la promozione degli artisti spagnoli residenti nella città. Ciò gli fu consentito con la nomina a Direttore dei pensionati dell'Accademia di San Fernando nel 1832 e difatti tra i suoi primi atti ufficiali ci fu quello di promuovere un concorso per il soggiorno di studenti spagnoli a Roma. Una testimonianza del suo successo ci viene segnalato da Salvatore Betti nel Giornale Arcadico di scienze lettere ed arti di Roma che nel numero di lugio-settembre 1830 segnala come: "Il cav. Antonio Solà, scultore di bellissima fama, - ha condotto in marmo per S. M. Cattolica un gruppo colossale, in che ha voluto ritrarci il giuramento dei due magnanimi suoi concittadini Daoiz e Velarde. Del quale desiderando qui toccare alcun cenno, il faremo con tanto maggior piacere, in quanto che dovremo per prima cosa congratularci col nobile artista di un'opera, che vuol certo considerarsi fra le più belle e splendide di questo secolo. E già il celebre cav. Giuseppe Tambroni ne aveva posto noi tutti in grandissima espettativa, e quasi innamorati, per le cose che fin dal 1822, avendone veduto il modello in creta, ne scriveva nel tomo XIV del giornale arcadico: e le parole sue, quel ch'è più, si confortarono allora del giudizio e dell'approvazione dell'uomo massimo che gli fu amico, vogliamo dire di Antonio Canova. Ora le cose che il Tambroni in quel suo scritto avvisava sonosi non solo avverate; ma possiamo dire con libero animo, il fatto avere eziandio superato ogni più solenne speranza. Artefici d'ogni nazione, ed amatori quanti sono di belle arti, consentono in questo parere: i quali, diremo quasi con pressa, sono accorsi ad ammirare non pure il rarissimo magistero dello scalpello, ma sì l'alta filosofia che dimostrasi in ogni parte dell'opera: maravigliando soprattutto quel rapimento sublime dell'anima, a che per non so quale potenza sembrati esser tratto, appena volgi lo sguardo in fronte a' due generosi, che nel 1808 giurarono più presto morire (e sì morirono), che cedere alle soldatesche straniere le artiglierie dal sovrano commesse alla loro lealtà."

Tra le sue opere ancora rintracciabili vi sono due sculture in marmo conservate nella Galleria d'Arte Moderna di Roma, appartenenti alla decorazione del distrutto palazzo Bolognetti-Torlonia. Datate al 1839, rappresentano Cerere e Minerva ed erano collocate nel cosidetto 'braccio del Canova' insieme ad opere, tra gli altri, di Bienaimè, Rinaldi e Tenerani. In fondo alla sontuosa galleria si imponeva l'Ercole e Lica del Canova. Fu questo uno dei cantieri artistici più importanti per lo sviluppo del gusto Neoclassico europeo, purtroppo demolito tra 1902 e il 1904, per far posto al Palazzo delle Assicurazioni Generali di Venezia. Antonio Solà muore a Roma il 10 giugno 1861.

Roberto Martorelli

2013, ultimo aggiornamento febbraio 2023

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Bologna spagnola
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Bibliografia
Maestà di Roma. Universale ed Eterna Capitale delle Arti.
AA. VV.
2003 Milano Electa
Storia di una presenza: gli artisti spagnoli a Roma nella prima metà dell'800.
Brook Carolina
1999 Roma Carocci Editore