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Gualtiero Sacchetti

14 Agosto 1836 - 28 Settembre 1917

Scheda

Sacchetti Gualtiero (14 agosto 1836 – 28 settembre 1917). Nato a San Lazzaro di Savena, si laureò in ingegneria all'Università di Bologna, iniziò a lavorare presso la Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali e per qualche tempo fu anche assistente di fisica presso l'Università, pubblicando alcune memorie scientifiche.

Negli stessi anni iniziò il suo impegno politico nelle fila dei liberali: nel giugno 1859, quando a Bologna ebbe termine il governo pontificio, fu tra i primi ad arruolarsi nella Guardia provvisoria istituita per mantenere l'ordine, poi confluita nella Guardia Nazionale. Fedele seguace di Marco Minghetti, nel 1867 entrò per la prima volta in Consiglio Comunale (vi sarebbe rimasto quasi ininterrottamente fino al 1913), e svolse una strenua opposizione alla giunta “azzurra” progressista presieduta da Camillo Casarini. Quando Casarini cadde (1872), Sacchetti divenne per la prima volta assessore, carica che ricoprì fino al 1889, in particolare come stretto collaboratore del Sindaco Gaetano Tacconi (1875-1889). Dal 1887 al 1904 ricoprì la carica di Presidente del Consiglio provinciale di Bologna. Nel 1874 venne inoltre eletto deputato nel Gruppo della Destra, e venne poi sempre confermato in tutte le elezioni (salvo in quella del 1880) fino al 1895, dapprima per il collegio di Budrio, poi per quello di Bologna. Nel 1900 ricevette infine la nomina a Senatore del Regno. Personaggio piuttosto popolare – era uno dei candidati più votati alle elezioni amministrative e dopo la morte di Minghetti capeggiò i liberali costituzionali – nel governo della città poté fare valere le sue specifiche competenze: fu infatti uno dei tre ingegneri che predisposero il Piano Regolatore del 1889, curandone non soltanto gli aspetti tecnici, ma soprattutto le motivazioni di fondo. Curò inoltre i rapporti con l'Università, svolgendo un ruolo significativo per il Comune nelle convenzioni del 1897 e del 1911 per l'edilizia universitaria. Fin dagli anni '70 partecipò alla Società agraria di Bologna, di cui divenne nel 1889 membro ordinario. Fu inoltre socio dell'Accademia delle Scienze. Fu infine insignito dell'Ordine di Commendatore della Corona d'Italia.

Morì a Bologna, disponendo in favore dell'Università di Bologna un lascito perché fosse istituito un premio biennale ai “professori che con qualche scoperta, o con lo splendore dell'insegnamento ne avessero onorato il nome e accresciuto il decoro”. Una lapide posta in via Alessandrini ricorda la casa in cui visse e morì. E' sepolto nella tomba di famiglia collocata alla Certosa di Bologna, Sala della Pietà, sotterraneo, n. 73.

Otello Sangiorgi