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Petronio Rizzi

1791 ca. - notizie 1822

Scheda

Pittore specializzato negli ornati, nasce probabilmente a Bologna, ove vi lavora esercitando “con molta lode”, a quanto afferma Girolamo Bianconi nella sua Guida. Purtroppo allo stato attuale degli studi sono molto scarse le notizie riferibili a questo artista, tanto che non si sa bene neanche se il cognome sia Ricci o Rizzi, come alternativamente ci segnalano le fonti e lui stesso. Figlio di Giuseppe, viene registrato al corso di ornato presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1806. Data la sua specializzazione, viene coinvolto per questo tipo di decorazioni in diverse chiese e palazzi bolognesi. In S. Benedetto dipinge l’ornato di una cappella contenente un Cavedone mentre in S. Procolo esegue le pitture che incorniciano il S. Mauro di Ercole Graziani. Tra il 1803 e il 1805 è sicuramente presente in palazzo Gozzadini, al fianco del Basoli e di altri contemporanei quali Caponeri, Valiani e Tambroni. Nei Quaderni di cassa, ora conservati nell’archivio Gozzadini, troviamo una fattura in cui il Ricci attesta di aver ricevuto un compenso di “lire ventidue e soldi dieci” per “avere ritoccato il dipinto a marmo de Gabinetto passetto con/torno del camino e finestra nel Palazzo del sud.o S.r Gozzardini”. All'interno del palazzo Ranuzzi Cospi esegue interamente da solo un gabinetto d'ornato, mentre nel Collegio Venturoli è presente nella cappella vicino alla porta d'ingresso la B. V. immacolata è copia dal Franceschini. L'ornato è di Petronio Rizzi.

Di assoluto rilievo ed importanza è la sua raccolta di disegni acquerellati riproducenti ben 199 monumenti della Certosa e conservato presso l'Archiginnasio. I due volumi sono una fondamentale testimonianza del vasto catalogo di monumenti neoclassici presente in Certosa, molti dei quali andati distrutti, trasformati o degradati. Qui realizza egli stesso, tra il 1803 e il 1822, almeno quaranta monumenti pittorici, risultando così il pittore più attivo in questo vasto importante cantiere cittadino. Probabile che il nostro sia il 'Ricci' ricordato da Antonio Basoli nel 1809, con il quale collabora insieme a molti altri nell'esecuzione degli apparati decorativi del Teatro Comunale in occasione del veglione per la pace fatta in Europa. Nel 1845 Bianconi lo segnala già morto “in villa”.

Roberto Martorelli