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Luigi Pizzardi

31 Ottobre 1815 - 3 Settembre 1871

Scheda

Luigi Pizzardi nacque a Castel Maggiore (Bo) il 31 ottobre 1815, da una famiglia con ricche proprietà terriere. Nella sua giovinezza si dedicò a studi di economia, scienza delle finanze e politica sotto la guida di Gabriello Rossi. Nel 1845 sposò Maria, sorella del marchese Lodovico Mariscotti, ampliando così il patrimonio della famiglia. Nel 1846 era già uno dei principali esponenti della politica bolognese e nel 1847 partecipò alla "conferenza economico-morale" che intendeva risolvere i problemi di povertà della città. Nel 1848 prese parte alla prima guerra d'indipendenza con un duplice ruolo, nella guardia civica e nel consiglio comunale cittadino. Fu il primo sindaco di Bologna dopo la fine dello stato Pontificio, nominato il 12 giugno 1859. Durante il proprio mandato, aprì una scuola tecnica, scuole serali gratuite e si impegnò inoltre nel riordinamento degli uffici amministrativi. Nel 1853, grazie anche all'apporto di altri di soci e azionisti, poté fondare l'Officina meccanica e fonderia di Castelmaggiore nel 1853. Negli stessi anni entrò nella Società per le miniere zulfuree di Romagna, partecipò alla fondazione della Banca delle Quattro Legazioni e alla Società per la costruzione della linea ferrata Bologna-Ancona.

Il 29 ottobre 1861 diede le dimissioni, pubblicamente per motivi di salute, anche se le cause effettive furono le critiche alle sue idee politiche ed urbanistiche. Nello stesso anno venne nominato senatore del Regno d'Italia. Pizzardi non abbandonò però la politica e nel 1869 fu tra i sostenitori dei comitati elettorali a favore di Marco Minghetti. In parallelo continuò ad occuparsi delle attività economiche che aveva contribuito a fondare. Dal matrimonio con Maria nacquero quattro figli, e le ingenti fortune familiari, alla morte di Luigi, furono amministrate dal figlio Carlo Alberto. Luigi morì all'età di 56 anni il 3 settembre 1871 a Bologna. Riposa nella Certosa di Bologna, Loggia di Levante tra Chiostro Maggiore e Chiostro Terzo. Nel 1920 i suoi eredi donarono al Museo del Risorgimento alcuni grandi quadri ottocenteschi, che avevano ornato il celebre salone del Risorgimento voluto da Pizzardi stesso nel suo palazzo.

Così lo ricorda Enrico Bottrigari nella sua 'Cronaca di Bologna' (Zanichelli, Bologna, 1962): "Ricco di cospicuo censo, viveva però parcatamente, ma portava il proprio soccorso alle industrie, e più al Regio Ricovero di Mendicità di cui era restauratore e presidente. La grande sala del suo Palazzo, un tempo dè Legnani, volle dedicata a ricordare i principali fatti antichi e moderni che contribuirono a rialzare l'Italia e a renderla Nazione, con pitture de' migliori artisti della città; mostrando per tal guisa l'amore che, oltre alla Patria, portava alle Belle Arti".

Testo a cura della classe 3^D del Liceo “Laura Bassi” di Bologna, nell'ambito del progetto "Alternanza Scuola - lavoro", A.s  2016-2017