Pasinelli Lorenzo

Pasinelli Lorenzo

1629 - 1700

Note sintetiche

Scheda

Lorenzo Pasinelli (Bologna, 1629 - ivi, 1700) inizia la sua formazione artistica presso la bottega di Simone Cantarini (1612 - 1648) e successivamente, dal 1648, il giovane artista prosegue il suo alunnato da Flaminio Torri (1621 - 1661) fino ai primi anni cinquanta, quando in seguito a una serie di disguidi con il maestro, Pasinelli intraprende un percorso autonomo e avvia una propria scuola che resta attiva fino al 1699. Il suo studio vanta diversi artisti tra i quali: Gian Antonio Burrini (1656 - 1727), Giovanni Pietro Zanotti (1674 - 1765) e Donato Creti (1671 – 1749). Indubbiamente però, nonostante il percorso libero dell’artista, la pittura di Pasinelli è debitrice di un gusto che attinge indirettamente al linguaggio classico di Guido Reni, grazie agli studi giovanili intrapresi presso due dei suoi migliori seguaci, Cantarini e Torri. Dal 1644 al 1658 il priore della Certosa di Bologna, don Daniele Granchio, commissiona ad alcuni significativi artisti, attivi nella città felsinea, un ciclo con le storie della vita di Cristo per la decorazione della chiesa di San Girolamo e tra questi viene chiamato anche Lorenzo Pasinelli. I due grandi quadri con l’Apparizione di Cristo alla Madre (1657) e l’Entrata di Cristo in Gerusalemme (1658) eseguiti per la Certosa bolognese, rappresentano l’avvenuta maturità stilistica dell’artista. In seguito alla prestigiosa commissione, per uno dei luoghi più in vista della città, Pasinelli viene chiamato a Mantova, a Torino e a Roma per eseguire importanti lavori. Il trasferimento nella città capitolina segna una tappa rilevante nel percorso artistico del nostro, infatti dopo il suo rientro a Bologna il gusto del pittore si avvicina allo stile carraccesco. Altre influenze arrivano dal soggiorno veneziano, in seguito al quale, al retaggio classico appreso tra Bologna e Roma, si aggiungerà il colore caldo e iridescente dei veneziani. Raggiunta la fama giungono anche le commissioni dalle più importanti corti europee, per le quali Pasinelli realizza soprattutto dipinti da camera con soggetti di tema profano, tra i quali ricordiamo le numerose versioni delle Ninfe che disarmano gli amorini, sempre variate l’una dall’altra e con una tecnica pittorica che si farà man mano più lieve e delicata. Esegue anche diversi ritratti di dame (bolognesi e non) dai svariati costumi e acconciature, allegorie e sibille, nelle quali si coglie un’eccezionale qualità della pittura e una narrazione elegante. Pasinelli si cimenta anche con grandi temi a carattere storico tra i quali si vuole segnalare un dipinto della Pinacoteca Nazionale di Bologna, commissionato al pittore da Odoardo Pepoli, dove è rappresentato Lo svenimento di Cornelia e databile, stando agli scritti del Zanotti, ai primi anni settanta. Nel dipinto è visibile quel cambiamento che l’artista attua nei confronti della pittura locale, grazie ad un’interpretazione più libera, soprattutto a livello compositivo, gettando così le basi per gli orientamenti stilistici del secolo successivo.

Tra i dipinti a tema sacro si ricorda il Miracolo di Sant’Antonio nella basilica di San Petronio di Bologna e nella stessa città, per la chiesa di San Francesco, una Sacra Famiglia e una Resurrezione dei morti. Di grande rilevanza è il dipinto con il Miracolo di Sant’Orsola della Pinacoteca Nazionale di Bologna, nella quale si conserva anche un disegno della Santa nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Nel dipinto della Maddalena, Pasinelli esegue un tema affrontato frequentemente nell’arte bolognese da Guido Reni e dagli allievi, ed è stato trattato più volte anche dal nostro artista. Le varie versioni derivano dal prototipo della Maddalena nella collezione Liechtenstein, firmata e datata nel 1685. Nel dipinto il momento della conversione è già avvenuto e la santa si abbandona all’estasi trattenendo con una mano il semplice crocifisso, mentre con l’altra mano accarezza il teschio. L’opera si presenta composta e pacata, in un classicismo riformato, che non esclude ne eleganza ne vibrazione, sintomo della maturità artistica raggiunta da Pasinelli dell’ultima fase. Oltre che pittore Lorenzo Pasinelli si rivela anche collezionista, stando agli scritti del Malvasia per il quale l’artista possedeva un gran numero di tele (circa ottanta): quadri abbozzati dello stesso, diverse copie e molti disegni, tra i quali alcuni dei Carracci, dell’Albani e del Cantarini. La fonte trova conferma anche in Giovanni Pietro Zanotti, allievo e biografo bene informato sulla vita dell’artista, che integra l’elenco del Malvasia sulla collezione del Pasinelli, dal 1678 (anno di pubblicazione della Felsina) fino alla morte del pittore, avvenuta il 4 marzo 1700 a Bologna. Pasinelli rimane tra i grandi innovatori delle seconda metà del Seicento.

Benedetta Campo

Novembre 2011

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Chiesa di S. Girolamo (La)
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Antonella Mampieri, Armanda Pellicciari, Roberto Martorelli; La Chiesa di S. Girolamo della Certosa di Bologna; Comune di Bologna, 2006. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

Descrizione del Cimitero di Bologna
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Descrizione del Cimitero di Bologna (Description of the Certosa cemetery), fascicolo XLI, ultimo della Collezione. Giovanni Zecchi, Bologna, 1829. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

Cimitero Comunale di Bologna
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Cimitero Comunale di Bologna. Estratto dalla rivista “Il mondo illustrato – Giornale universale”, Torino, nn. 34, 35, 36, 38, 42, 1847. Testi di Savino Savini, trascrizione a cura di Lorena Barchetti.