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Monumento Granello

1855 ca.

Schede

In collezione privata è conservato un disegno che reca la dicitura 'Massimiliano Putti', e presenta il progetto per un monumento funebre con stele rialzata su basamento. Inserita in questa struttura rigidamente architettonica, dal tratto modesto e non senza errori prospettici – motivo per il quale si può dubitare della mano di Putti nella struttura generale – viene deliziosamente tratteggiata la figura di una fanciulla, un’anima, avvolta da leggeri panneggi eseguita con tratto elegante. L’anima stringe al petto una croce e pare guidata dalla stella posta sulla fronte, simbolo di luce e quindi della vita eterna dei giusti, verso il Paradiso o verso il ricongiungimento con il suo Creatore, sintetizzato nel disegno dal triangolo, simbolo della divinità una e trina, emanante raggi di luce. Questa soluzione figurativa, può plausibilmente essere messa in relazione con la stele della tomba, realizzata da Putti, per Angiolina Granello.

Morta a 23 anni e sepolta in un pozzetto nella Sala del Colombario il 5 settembre del 1854, viene poi traslata nel 1855 nella tomba attuale dal marito, il prof. Alfonso Colognesi che verosimilmente utilizza il disegno per la nuova sistemazione, più dignitosa. Mentre la figura dell’anima è perfettamente speculare al disegno e permane l’idea di inserirla nella stele, alcune cose risultano poi modificate nella realizzazione: per esempio la forma centinata della stele e l’aggiunta di decorazioni e di ornamenti floreali a coronamento. Un’evidente differenza si riscontra tra il disegno, con l’anima della defunta che nell’ascendere al cielo lascia incisa una sua memoria sulla lapide, e il monumento eseguito, nel quale l’anima è accolta da raggi di luce, e con un gesto delicatissimo e struggente della mano, abbandona due corone, una di fiori e una d’alloro, intrecciate da una fascia che reca la scritta “Alfonso ci rivedremo in paradiso”, espressione composta e discreta del dolore del distacco affermato dal marito che morirà molto più tardi, nel 1907. Questa soluzione condotta con la consueta finezza decorativa ed esecutiva da Massimiliano – incantevole il movimento delle vesti leggerissime, giocato tra aderenze e rigonfiamenti – risulta essere un utilizzo di un’idea realizzata poi in tutt’altro formato e qualità nello straordinario Angelo della Pace per la tomba Pallavicini Centurioni nel 1868. L’idea insomma di una figura femminile, in questo ultimo caso non un‘anima ma un Angelo che, con un movimento di vesti fluttuanti ed ali spiegate, tale da rendere senza peso il marmo, è appena disceso, le vesti ancora mosse, per portare la pace a chi resta e a chi trapassa. Questo tipo di soluzioni, la rappresentazione più vera degli affetti, il recupero di soggetti cristiani – motivo per il quale l’Angelo prende il posto del neoclassico Genio funerario – la ricerca di “verità e natura”, rientrano nel filone purista della produzione di Putti, che dagli anni ’40 in poi diventerà imprescindibile; ma sarebbe ingiusto dimenticare la sua formazione neoclassica, nella quale vive quella soluzione geniale del Canova, che nell’Ebe che atterra dall’Olimpo aveva letteralmente inventato il “movimento”.

L'epigrafe sul basamanto riporta: RELIQVIAE . CORPORIS / ANGELVLAE / IOSEPHI . GRANELLII . FILIAE / QVAE . VT . NOMEN / ITA . ET CAELITVM . SPECIEM / ORIS . MORISQ . SVAVITATE . RETVLIT / DEC. IN . PVERPERIO . IV . N . SEPT . A . MDCCCLIV / AETATIS . SVAE . AN . XXIII . D . VI / RELICTO . AD . LACRIMAS / ALFONSO . COLOGNESIO / MARITO . ET . PATRE . INFELICISSIMO / VALE . VALE . VALE . CONIVX . INCOMPARABILIS / OMNIA . TECVM . VNA . PERIERVNT . GAVDIA . NOSTRA / QVAE . TVVS . IN . VITA . DVLCIS . ALEBAT . AMOR

Ilaria Francia

Testo tratto dal catalogo della mostra "Luce sulle tenebre - Tesori preziosi e nascosti dalla Certosa di Bologna", Bologna, 29 maggio - 11 luglio 2010.