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Monumento di Gertrude Gnugni

pittura murale 1816

Schede

Il monumento dipinto fu realizzato da Fancelli nel 1816, dopo che l’anno precedente il marito di Gertrude Gnugni, Luigi Borghi, aveva acquistato l’arco nel Chiostro della Cappella.
Fancelli si attiene alle richieste dell’Accademia di Belle Arti di Bologna che dal 1815 aveva redatto un regolamento per la realizzazione dei monumenti destinati alla Certosa, approvato dal Comune. I monumenti dipinti, tollerati ma non incoraggiati, dovevano essere realizzati in tinte che imitassero l’effetto della scultura e non dovevano utilizzare la prospettiva per fingere spazi scenografici. E’ quello che troviamo rigorosamente applicato in questo esempio dove la prospettiva serve solamente ad aumentare l’effetto di profondità fingendo un cassettonato a croci greche nella volta e imitando la scultura nelle figure dei putti e nel rilievo della lunetta. Il monumento si articola orizzontalmente su tre livelli. Quello centrale è occupato da un sarcofago con coperchio curvilineo che contiene l’iscrizione latina. Sul sarcofago compaiono alcuni simboli ricorrenti come l’ouroboros, cioè il serpente che si morde la coda, simbolo dell’eterna ciclicità del tempo, l’ancora, in questo caso capovolta, simbolo di speranza e una colomba con un ramo di ulivo nel becco, simbolo della pace. La lunetta al centro, delimitata da una cornice classica ad ovoli, rappresenta una figura femminile che distribuisce cibo e denaro ai poveri: è la Carità, virtù peculiare della defunta. Ai lati e al vertice della lunetta tre putti monocromi, imitativi della scultura in stucco, completano la struttura, tra ghirlande di fiori e frutti.

Antonella Mampieri

Dalla Collezione dei Monumenti Sepolcrali del Cimitero di Bologna, a cura di Giovanni Zecchi. Bologna, 1825 - 1828: Monumento di Gertrude Gnugni maritata in Luigi Borghi, donna di singolare esempio, e madre di famiglia diligentissima, compianta dai figliuoli, dai poveri, e da tutti quelli che la conobbero. Visse 55. anni e morì li 12. Agosto 1815. Il monumento è dipinto da Pietro Fancelli membro dell'Accademia pontificia di belle arti in Bologna pittore di figure, e dal di lui fratello Giuseppe Fancelli pittore di ornato.