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Monumento di Alessandro Franceschi

stele 1835

Schede

Tra le opere certamente più sentite dello scultore Cesare Gibelli (1806-1885), si colloca il monumento funebre in onore del suo maestro, lo scultore Alessandro Franceschi, morto prematuramente nel 1834.

L’opera si pone totalmente nell’orbita del maestro: allievo tra i più promettenti di Giacomo De Maria, Franceschi, è scultore raffinato, attento allo studio dell’antico e del dato naturale, come della grammatica neoclassica-canoviana. Fu in Roma che conobbe che fosse grazia, nobiltà, semplicità: fu in Roma che imparò come s’hanno ad intagliare i marmi. Dopo il soggiorno romano, prosegue verso Perugia e il successivo incontro col Naturalismo di Bartolini a Firenze.

La stele eseguita da Gibelli presenta una Fama alata, memore del Genio della canoviana tomba Stuart, che reca una corona d’alloro in mano, simbolo di immortalità usata per incoronare i vincitori e i poeti. Il suo non è un atteggiamento di contenuto cordoglio: in un eloquente tentativo di relazione di sguardi, abbraccia letteralmente l’erma fredda dello scultore, alla cui base stanno gli strumenti allusivi alla sua attività e la lucerna accesa, la cui fiamma, simbolo di illuminazione e conoscenza, sancisce il legame, attraverso il ricordo, con i vivi. Questa “corrispondenza d’amorosi sensi” ben si comprende nel senso con cui vengono concepiti in quest’epoca i monumenti funebri, ossia l’umano tributo reso alla memoria del defunto, che lascia il pianto in chi lo amava, ma anche il desiderio di emulazione per i posteri nel caso dell’artista. È la poesia funeraria, di cui Foscolo è portavoce e che si lega alle riflessioni sull’immortalità.

Recita la lapide: Il XXVI maggio MDCCCXXXIV / usci di vita / Alessandro Franceschi / scultore meccanico meritissimo / che attinse le bellezze dell’arte scultrice / alla scuola del Canova / e dal corpo accademico felsineo / fu onorato nelle esequie / Cesare Gibelli suo discepolo / ne scolpi la effigie / Eletta schiera di artisti / pose corona che non teme oblio / L’uom passa la virtu’ rimane / MDCCCLXII

Ilaria Francia
Luglio 2012

Bibliografia: S. Tumidei in La Certosa di Bologna. Immortalità della Memoria, 1998; R. Martorelli, Cento anni di scultura bolognese. L’album fotografico Belluzzi e le sculture del Museo civico del Risorgimento, num. monografico de “Bollettino del Museo del Risorgimento”, LIII (2008). Testo tratto da: R. Martorelli (a cura di), La Certosa di Bologna - Un libro aperto sulla storia, catalogo della mostra, Tipografia Moderna, Bologna, 2009.