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Vincenzo Leonardi

1773 circa - 7 Febbraio 1835

Scheda

Architetto. Il suo apprendistato avviene sotto la cura di Angelo Venturoli, esponente tra i più significativi della cultura neoclassica, molto noto a Bologna e al di fuori delle mura cittadine. Il suo primo lavoro segnalato dalle fonti risale al 1791, data in cui Vincenzo Leonardi viene chiamato per il progetto di riammodernamento del settecentesco palazzo appartenuto alla famiglia Guicciardini. Nel 1796 è già all'interno dell'Accademia Clementina, ove due anni dopo vince il premio Fiori e il premio Marsili Aldrovandi per l'architettura. L'istituzione, trasformatasi poi in Accademia, lo vede di nuovo presente nel 1804, nel corso di prospettiva.
Al 1812 circa risale la progettazione del monumento funebre di Lucrezia Munarini, collocato nel Chiostro III della Certosa bolognese. Opera estremamente raffinata sia nelle linee del disegno, sia soprattutto nell'uso dei marmi esaltati per il loro valore cromatico, la quale è sicuramente presente anche nelle sculture realizzate da Giacomo De Maria.
Al nostro sono poi attribuite altre due opere collocate nella Sala delle Catacombe, quelle dedicate alle famiglie Buggio e Pallotti.
Altro suo lavoro è quello datato 1819, che consta nella sistemazione complessiva del palazzo dell’Arcivescovado, sede dell’arcidiocesi di Bologna. Il vasto cantiere coinvolge sia le strutture architettoniche che le decorazioni dipinte e viene eseguito poco dopo la caduta del governo napoleonico. Questo ed altri numerosi cantieri investiranno la città felsinea, con l’intento di colmare i vasti vuoti lasciati delle spoliazioni e dalle soppressioni napoleoniche. Al Leonardi si deve anche l'allungamento di una campata della chiesa di Santa Caterina di Strada Maggiore, che subirà poi un più drastico intervento esterno ad opera di Ercole Gasparini. Poco fuori città, in località Corticella, progetta gli edifici laterali della villa Malpighi - Salina. Qui operano anche l'architetto Luigi Marchesini, gli scultori Giacomo De Maria e Giovanni Putti, i pittori Fantuzzi e Zanotti.
Il suo maestro Venturoli gli lascia una forte impronta classicista tanto che la Matteucci ce lo descrive come un'architetto che “progettò (...) uniformandosi al gusto neocinquecentesco tipico dell’architettura bolognese di età tardo illuminista”.
Presso l'Archivio Storico Comunale è conservato il foglio di seppellimento n.4943 del 8 febbraio 1835 in cui si dichiara che è morto Vincenzo Leonardi, figlio del fu Pietro e della fu Maria Rinaldi, d'anni 62, nativo della Svizzera. Era maritato con Maria Cavallina e di condizione Ingegnere Architetto. Abitava nella via Avesella al n.905 sotto la parrocchia di S. Maria Maggiore. Morto nel giorno sette febbraio. Tanto dichiara il reverendo cappellano. Viene sepolto nel Cimitero della Certosa

Roberto Martorelli, Claudia Vernacotola