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Giovanni Maria Galli detto/a Bibiena il Vecchio

1618/19 - 1665

Scheda

Giovanni Maria Galli detto il Bibiena (Bibbiena 1618/19 - Bologna, 20 giugno 1665), è il capostipite della famosa famiglia di architetti, scenografi, pittori e quadraturisti, attivi anche in ambito europeo tra il XVII e il XVIII secolo. Una dinastia di artisti che si caratterizza sia per la capacità di lavorare sia in équipe che individualmente, capace di mantenere una certa omogeneità della tecnica stilistica ma senza oscurare le singole personalità. L’artista è originario di Bibbiena in Casentino, piccola località della Toscana, e assume il toponimo di Bibiena per differenziarsi da un collega omonimo che, con lui, è presso la bottega dell’Albani e passando così il “nuovo cognome” a tutti i suoi discendenti. Giovanissimo si reca a Bologna presso lo zio Don Bartolomeo che si occupa della sua educazione e lo introduce già nel 1628 alla bottega di Francesco Albani. Della sua produzione pittorica poco è sopravvissuto e poco si conosce, probabilmente anche perché, come annota il figlio Ferdinando, alcune sue opere sono state vendute ai tempi come opere dell’Albani. Comunque dello scarno catalogo è da segnalare, perché di notevole importanza, l'Ascensione di Cristo (1651) per la chiesa di San Gerolamo alla Certosa di Bologna. La rilevanza della tela è dovuta sia alla prestigiosa commissione per uno dei luoghi più in vista della città, sia perché è l’unico esempio di un suo dipinto firmato e datato. Come annota Luigi Crespi, Bibbiena nel realizzare questo dipinto è così fedele allo stile del suo maestro che la tela sembra realizzata dall’Albani stesso. Sempre per la chiesa di San Girolamo alla Certosa di Bologna dipinge due tele raffiguranti il Beato Giacomo Urannert e il Beato Giovanni Bochester, eseguite anch’esse nel 1651 e posizionate ai lati dell’Ascensione di Cristo.

Del Bibiena si conosce anche un Sant’Agostino che proviene dall’oratorio della Compagnia della Cintura in San Giacomo e ora nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, e l’affresco raffigurante la Benedizione dei tremila crociati bolognesi nella sala Farnese del palazzo Comunale, databile fra il 1658 e il 1660, nel quale il pittore mostra più che mai una tecnica che imita fortemente l’Albani. Oltre a queste opere ne la Felsina Pittrice di Luigi Crespi (1769) si annota che il Bibiena esegue, nella cappella maggiore della chiesa bolognese del Buon Gesù, due Sibille e nella cappella di San Bernardino gli affreschi laterali con le storie del Santo. Sempre Crespi elenca l’esecuzione nella parrocchia di San Biagio un grazioso San Francesco di Sales in atto di scrivere dipinto nel 1665 e un altro San Francesco di Sales in atto di predicare, con sopra la Santissima Trinità e alcuni Santi in piccole figure, per la parrocchia della Maddalena. Ancora ne la Felsina Pittrice è l’indicazione che nella chiesa di Santa Teresa a Fano, dove l’Albani dipinge la pala per l’altare maggiore, Bibiena esegue i due dipinti laterali con Santa Dorotea e Santa Agnese. A Bologna esegue il quadro di un Sant’Andrea nell’atto di adorare la croce preparata per il suo supplizio: il dipinto è creduto dell’Albani ma Crespi lo attribuisce al Bibiena, annotando ancora una volta quanto la tecnica dell’allievo sia imitativa del maestro tanto da renderne faticosa la distinzione delle due mani. Giovanni Maria Galli Bibiena muore il 20 giugno 1665 a Bologna.

Benedetta Campo
Novembre 2011