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Chiostro del 1500 - Sale del Chiostro 1500

Di rilevanza storica

Schede

Il Chiostro del 1500 assume tale denominazione dopo che qui furono collocati i grandi monumenti funerari del XVI secolo provenienti dalle chiese soppresse, tra cui San Francesco. L'elegante architettura che oggi si ammira si deve però ad un importante intervento novecentesco. Della fase 'museale' di questo spazio non vi è più traccia, ma basta passeggiare nelle sale annesse per ammirare ancora lastre medievali e monumenti rinascimentali, anche se per la gran parte sono nuovamente confluite nel corso del novecento nelle chiese di origine o nei musei comunali. Nel cortile del chiostro è collocata la grande cripta Barbieri (1955) scolpita da Ercole Drei. Le sale annesse al Chiostro del 1500 erano originari spazi della Foresteria del monastero. Nell'attuale 'Sala Weber' è ancora presente un affresco di Bartolomeo Cesi rappresentante la Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Bruno. Sala della Foresteria, poi ufficio del Custode, successivamente Sala del Duecento, assume l'attuale denominazione dopo la realizzazione del monumento dedicato all'industriale Edoardo Weber nel 1957, progettato da Augusto Panighi (1908-1979) e scolpito da Venanzio Baccilieri (1909-1984).
Nel corridoio a est della Sala Weber sono murate decine di lapidi provenienti dagli edifici ecclesiastici soppressi, che coprono un ampio arco temporale che parte dal XIII e giunge al tardo XVIII secolo. L'ambiente, recentemente restaurato, conserva alcune importanti memorie, tra cui quella di Antonio Bernacchi (1685-1756), celebre cantante castrato e maestro del Farinelli. Nelle altre sale sono presenti opere novecentesche di Romano Franchi (1909-1995) e Renaud Martelli (1910-1995).

Per avere una immagine delle numerose modificazioni e degli spostamenti di opere d'arte e lapidi antiche nelle 'Sale delle antichità' è utile confrontare le varie descrizioni che ne venagono fatte sia nelle Guida della Certosa edita da Giovanni Zecchi nel 1829 che negli articoli comparsi nei n. 24, 27, 30, 33, 36 della rivista Il Piccol Reno del 1845.

Roberto Martorelli

Novembre 2011