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Lina Bianconcini Cavazza

1861 - 1942

Scheda

Lina Bianconcini nacque a Bologna nel 1861 dal conte Filippo Bianconcini-Persiani e da Carolina Zucchini. Sposò nel 1885 il conte Francesco Cavazza e il loro salotto divenne un punto di riferimento della vita culturale bolognese. I coniugi ebbero tre figli: Filippo, Gianluigi e Alessandro. Il nome della contessa Cavazza viene associato all’Aemila Ars, società fondata a Bologna nel 1898, che la vide protagonista non solo come imprenditrice ma anche come donna attenta ai bisogni altrui. Lo scopo di questa associazione era duplice: innanzitutto quello di “introdurre nella nostra città e regione un'industria sussidiaria per le lavoratrici che non abbiano lavoro costante, senza distoglierle dalla famiglia, e offrire un mezzo di discreto guadagno a quelle che, o per la malferma salute o per la cura delle faccende domestiche, non possono assentarsi dalla casa” e, in secondo luogo, “migliorare il gusto di queste lavoratrici col ritorno allo studio dei buoni modelli antichi in modo che, perfezionate tanto nel disegno che nella pratica del punto, possano facilmente adattare l'intelligenza e l'abilità loro a quanto via via di nuovo può essere portato dal gusto moderno”.

Nel 1909, a seguito del terremoto dell’anno precedente, la contessa Cavazza istituì a Messina un laboratorio di cucito e ricamo, una lavanderia e un ricreatorio festivo per i mesi estivi, con lo scopo di dare alle donne un lavoro che potesse anche essere un aiuto per la città distrutta. In tale occasione la contessa “diede prova delle sue doti straordinarie di organizzatrice e di donna di cuore”. Durante la Prima Guerra Mondiale la contessa Cavazza istituì la grande opera di assistenza dell’Ufficio Notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare che, con i suoi 8.400 uffici diffusi in tutta Italia e il lavoro di 25.000 volontari, permise alle famiglie dei soldati impegnati al fronte di ricevere notizie sui loro cari. Quella madre, la Contessa Lina Cavazza, ideò così l’Ufficio Notizie che volle diventare, e fu, l’anello di congiunzione fra il Paese e l’esercito combattente e sorse subito con le caratteristiche di un Comitato di resistenza, oltre che di assistenza. Esso fu una delle forme più belle e più pure di pietà, uno dei contributi femminili più efficaci dati alla guerra, perché frutto non solo del tradizionale, squisito sentimento di carità della stirpe, ma anche della virile energia della donna italiana.

Nel 1913 Alfredo Testoni, in occasione della morte del suo 'diletto amico' Alfonso Rubbiani, ricorda come questi “era sempre irreprensibile nel suo elegante abbigliamento, per andare in casa dei conti Cavazza, dove si raccoglieva il fior fiore degli scienziati e degli artisti non solo dimoranti a Bologna, come ad esempio il Carducci, ma di quanti venivano fra noi dal Fogazzaro al Bistolfi, dal Sacconi al Calderini, dallo Ximenes a Cesare Pascarella”. Lina Binaconcini Cavazza morì a Bologna nel 1942. Riposa nella tomba di famiglia collocata nella Galleria degli Angeli alla Certosa di Bologna.

Lucia Gaudenzi

Bibliografia: F. De Bosdari, In memoria dell’on. Conte dottor Francesco Cavazza e della contessa Lina Cavazza Bianconcini, Bologna, Tip. Compositori, 1952; C. Bernardini, D. Davanzo Poli, O. Ghetti Baldi (a cura di), Aemilia Ars 1898 – 1903. Arts & Crafts a Bologna, Milano, A+G, 2001. L. Bianconcini, 1902 – Commento al regolamento, in http://www.aemilia-ars.it/Timeline/1902-commento-al-regolamento.html Archivio privato famiglia Cavazza, F. Andrè, Bononia docet! Una visita a S. E. la contessa Lina B. Cavazza. – L’Ufficio per notizie alle famiglie dei militari – Come funziona – Chi ne sono i componenti – La nuova sede di New York, in “Il giornale italiano”, Anno VIII, n. 9, New York, 9 Gennaio 1916.