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Battaglia della Bolognina

Battaglia 15 novembre 1944

Schede

La sera del 7 novembre 1944, dopo la battaglia di Porta Lame, una trentina di partigiani, tra i quali non pochi feriti, riuscirono a raggiungere una vecchia base della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi in via Lionello Spada alla Bolognina (Bologna).

Il pomeriggio dopo i feriti furono trasportati nell'infermeria partigiana di via Duca d'Aosta 77 (oggi via Andrea Costa), mentre numerosi altri decisero di raggiungere le basi partigiane nei comuni della provincia dalle quali erano partiti alcuni mesi prima. Restarono in una ventina che si sistemarono in uno stabile semidiroccato in piazza dell'Unità angolo via Tibaldi. Comandante del gruppo era Ardilio Fiorini "Primo". Nelle prime ore del 15 novembre 1944 dalla base uscirono Roberto Zucchini "Ambro" e Dante Guadarelli "Rino" che avrebbero dovuto incontrare i dirigenti della brigata per discutere il futuro del gruppo. Poco dopo nella piazza arrivarono 18 mezzi corazzati, tra carri armati e autoblindo, con numerosi tedeschi e militi fascisti. Fiorini fece uscire Mario Ventura "Sergio" con l'incarico di accertare la consistenza dello schieramento nazifascista e di riferire. Fatti pochi passi Ventura fu catturato e il giorno dopo fucilato. Poiché non sapevano se la base era stata scoperta o se i nazifascisti stavano effettuando uno dei consueti rastrellamenti, i partigiani decisero di attendere. Se attaccati, sarebbero usciti dalla parte posteriore dello stabile e avrebbero tentato di raggiungere la zona del Mercato ortofrutticolo, in via Fioravanti, parzialmente distrutto dai bombardamenti. Alle 12,30 una pattuglia fascista penetrò nello stabile e cominciò a controllare gli appartamenti. Quando tentarono di penetrare in quello occupato dai partigiani, i fascisti avvertirono che la porta era sbarrata dall'interno. La forzarono, ma furono uccisi da Fiorini e Renato Romagnoli "Italiano". I due scesero le scale, seguiti da alcuni partigiani, mentre altri restarono e cominciarono a sparare dalle finestre. Romagnoli attraversò alcuni giardini, diretto all'Ortofrutticolo, e lungo il tragitto affrontò e abbatté due tedeschi. Poi cadde e la canna del mitra si riempì di terra. Nascose le armi e, approfittando del suo aspetto giovanile e dell'abbigliamento quasi infantile, si consegnò ai fascisti dicendo di essere un abitante dello stabile. Per questo si salvò. Edgardo Galetti "Bufalo", anziché dirigersi verso il mercato, attraversò la strada e fu falciato dai fascisti. Stessa sorte toccò a Daniele Chiarini "Diavolo". Amos Facchini "Joe" fu ferito mentre si allontanava dallo stabile. Dopo avere sparato l'ultimo colpo si suicidò.

Nello scontro, durato poco più di un'ora, restarono uccisi Gino Comastri "Rolando" e Bruno Camellini "Slavo". I tedeschi spararono contro lo stabile con i cannoni dei carri armati. Restarono feriti, ma riuscirono a salvarsi, grazie all'aiuto dei compagni, Fiorini, Rossano Mazza, Franco Dal Rio "Bob", Arrigo Brini "Volpe", Riniero Turrini "Maresciallo" e "Toscano". Dal Rio e "Toscano" per non cadere prigionieri, avevano tentato il suicidio sparandosi alla testa. Anche Turrini, essendo rimasto ferito, si sparò per non essere catturato, ma non morì. Fiorini, Turrini, Mazza, Dal Rio e Brini furono portati dai compagni nell'infermeria partigiana di via Duca d'Aosta 77 (Oggi via Andrea Costa). Qui, il 9 dicembre 1944, furono catturati dai fascisti e fucilati alcuni giorni dopo. "Toscano" fu ricoverato in ospedale e si salvò. Complessivamente i partigiani ebbero 6 caduti nello scontro, ai quali vanno aggiunti i 5 feriti catturati e uccisi in dicembre. Restarono illesi Romagnoli, Secondo Negrini "Barba", Osvaldo Allaria "Dado", Salvatore Calogero "Siciliano" e Giovanni Galletti "Gallo". Nel corso dello scontro, un proiettile vagante colpì e uccise il passante Filippo Fazioli di 71 anni residente in via del Barroccio a Bologna. [Nazario Sauro Onofri]