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Cippo Maserati

1932

Schede

Il monumento, collocato nell’intercolumnio del Chiostro, è composto da un alto cippo in porfido sormontato dal busto in bronzo ritraente Alfieri Maserati (1885 - 1932). Ai lati sono disposte due aquile, mentre sul basamento due targhe in bassorilievo propongono un insieme di simbologie legate alle sue glorie sportive e industriali. Considerato di autore anonimo fino ad anni recenti, grazie a Lucio Scardino è stato correttamente riportato nel catalogo dello scultore Mario Sarto (1885 - 1955). Di severa e semplice impostazione, l’opera viene eseguita per esaltare la fama di Alfieri, riprendendo alcuni simboli della Roma imperiale, cari alla propaganda fascista del periodo. Il porfido era il marmo che solo l’imperatore poteva utilizzare, mentre le aquile fin da tempi remoti vengono associate alla regalità ed al potere: basti pensare che sono il simbolo di Zeus, padre degli dèi greci e romani. Il bassorilievo sul retro propone un’incudine sormontata da un maglio, il tutto cinto da una corona d’alloro: allegoria della gloria legata all’attività di produzione industriale. Sul fronte è rappresentato un manubrio alato e due rami di quercia che dichiarano la fama eterna legata alle imprese sportive. Sul cippo, sotto il ritratto, è collocata l’epigrafe che così lo ricorda: Ad Alfieri Maserati, pioniere del motore e della velocità. Gli sportivi, gli ammiratori, gli amici. Oltre ad Alfieri qui riposano anche Bindo (1883 - 1980), Ernesto (1898 - 1975), Carlo (1884 - 1910) ed Ettore (1894 - 1990).

Roberto Martorelli

Testo tratto da "La Ruota e l’Incudine la memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa", Minerva, 2016