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Silvio Alvisi

12 maggio 1882 - 14 Agosto 1967

Scheda

Silvio Alvisi, da Giovanni e Rosa Contavalli; nato il 12 maggio 1882 a lmola. Professore di lettere. Iscritto al PSI dal 1900. All'università fu discepolo di Giosuè Carducci e di Giovanni Pascoli e in politica fu l'erede di Andrea Costa, del quale fu il continuatore della linea politica. Nel 1903 resse la segreteria della Camera del lavoro di Imola, anche se quasi subito rivolse la propria attenzione alla pubblica amministrazione.
Nel 1908 fu eletto consigliere comunale a Imola e conservò tale carica sino al 1921, quando l'amministrazione socialista fu costretta dai fascisti a dimettersi.

Per molti anni fu assessore alla pubblica istruzione e dal luglio 1914 al luglio 1915 - quando l'intera amministrazione si dimise per protestare contro la politica vessatoria della prefettura - fu vice sindaco di Imola. Nel 1908 fu eletto al consiglio provinciale, del quale divenne segretario dopo l'elezione del 1914. Fu rieletto per la terza volta nel 1920, ma non potè insediarsi perché il consiglio fu sciolto dalla prefettura dopo l'eccidio di Palazzo d'Accursio. Nel campo della scuola - per 45 anni insegnò lettere e storia - ricopri numerosi incarichi sindacali e professionali, tra i quali quello di segretario della federazione del personale delle scuole agrarie; di vice presidente del consiglio scolastico provinciale e di membro della giunta della scuola media. Nel 1914, quando il congresso del PSI di Ancona decretò l'incompatibilità con la massoneria, usci dalla «loggia». Negli anni della 1a guerra mondiale fu dirigente del PSI imolese e direttore de «La Lotta», il periodico locale. Nelle elezioni politiche del 1919 si presentò candidato.

Nel settembre 1920 fu nominato segretario della Federazione bolognese del PSI e direttore de «La Squilla». Appartenente all'ala massimalista del partito, guidò con moderazione la federazione durante il travagliato periodo delle elezioni amministrative del 1920.
Dopo l'eccidio di Palazzo d'Accursio abbandonò la segreteria della federazione e la cosa fu malgiudicata dai socialisti bolognesi. Aggredito nella propria abitazione, in via San Vitale, e bandito dai fascisti, dovette lasciare Bologna e tornare a Imola.
Durante il ventennio fascista subì persecuzioni e arresti. Il 26 luglio 1943, alla caduta del regime, guidò per le strade di Imola una manifestazione popolare di giubilo e con Romeo Galli tenne il primo libero comizio.
Alla fine del 1943 il suo nome fu incluso nella lista di proscrizione, con altri 71 antifascisti, preparata dal PFR di Imola. Durante la Resistenza, nonostante la tarda età, fece parte del gruppo dirigente del PSI e fu membro della redazione clandestina de «La Lotta». Fu arrestato nel novembre 1944 dai fascisti e poi rilasciato. [O] Testimonianza in RB1.

Muore il 14 agosto 1867.