Schede
Provenienza: sconosciuta
TRASCRIZIONE
I(nvicto) S(ilvani) n(umini) ara(m)
M(arcus?) S (?) I (?) posit
TRADUZIONE
Al dio Silvano invitto un altare
M(arco?) S I pose
Sulla fronte di questo piccolo altare è raffigurato Silvano, un’antica divinità che presiede alle foreste (silvae), protegge i campi e i limiti delle proprietà e, in particolare, tutela i pastori e le greggi allontanando i lupi. Nella mano destra impugna un falcetto, nella sinistra il bastone curvo utilizzato dai pastori per il controllo degli animali. Vicino a lui è un cane che alza il muso come in attesa di un suo cenno. Del tutto particolare il fatto che prenome, nome e cognome del dedicante siano resi con le sole iniziali. Di questo dedicante possiamo quindi ipotizzare il solo praenomen, Marcus.
Curiosità: La lavorazione piuttosto essenziale non permette di identificare la razza dell’animale rappresentato, forse un cane da pastore. È infatti in epoca romana che si definiscono le prime razze canine con forti differenze nella taglia e nella forma generale: come testimoniano le fonti latine, i resti scheletrici e la documentazione iconografica, i Romani avevano cani di grossa taglia, che svolgevano precise e utili attività, adatti dunque per il combattimento, la custodia e la caccia, e cani di piccola taglia prevalentemente accolti in casa per tenere compagnia. Per la pastorizia, in particolare, erano impiegati comunemente i cani dell’Umbria, probabili antenati dell’attuale pastore maremmano.
Marmo: 54x35,5x32,7 cm. Inv. 19457