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7a Brigata GAP Garibaldi Gianni

settembre 1943 - aprile 1945

Schede

Nel settembre-ottobre 1943 il PCI organizzò a Bologna città alcuni gruppi armati per attentati contro gerarchi del rinato partito fascista e comandi tedeschi, oltre che luoghi di ritrovo dei militari nazifascisti, quali ristoranti, circoli, case di tolleranza ecc.
I primi dirigenti di questi gruppi furono Luigi Gaiani, Vittorio Ghini “Locati”, Walter Nerozzi e Remigio Venturoli.
In marzo, con la riorganizzazione di questi gruppi, fu costituita la 7a brigata GAP Garibaldi, che assunse il nome di Gianni, dopo la morte di Massimo Meliconi, nome di battaglia Gianni, uno dei suoi massimi dirigenti.
In maggio il comando fu assunto da Alcide Leonardi “Luigi”, con Bruno Gualandi “Aldo” e Giovanni Martini “Paolo” vice comandanti. Commissari politici furono Sonilio Parisini, Andrea Bentini, Giuseppe Armaroli “Verdi e Carlo”, Alceste Giovannini “Gino” e Aldo Cucchi “Jacopo”.
Nel periodo di massimo sviluppo la brigata fu organizzata, tra città e provincia, su sei battaglioni o distaccamenti. Bologna “Temporale” comandato da Nazzareno Gentilucci “Nerone” e da Lorenzo Ugolini “Naldi”; Anzola Emilia “Tarzan” comandato prima da Vittorio Bolognini e poi da Sugano Melchiorri; Medicina comandato da Mario Melega “Ciccio”, da Vittorio Gombi “Libero” e infine da Giuseppe Bacchilega “Drago”; Castel Maggiore comandato da Franco Franchini “Romagna” e poi da Arrigo Pioppi “Bill”; Castenaso comandato da Carlo Malaguti “Nino” e poi da Oddone Sangiorgi “Monello”; quello d’Imola, il “Ruscello”, comandato da Dante Pelliconi “Ragno”.
Tra le principali azioni della brigata vanno ricordate la liberazione dei detenuti di San Giovanni in Monte (9 agosto 1944), la battaglia di Porta Lame (7 novembre 1944), la battaglia della Bolognina (15 novembre 1944) e gli attentati dinamitardi contro l’hotel Baglioni (9 settembre e 18 ottobre 1944).
La brigata - inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario” - ebbe 933 partigiani riconosciuti, 164 patrioti e un numero imprecisato di benemeriti. I morti furono 206 e 56 i feriti.
[Nazario Sauro Onofri]