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66a Brigata Garibaldi Jacchia

aprile 1944 - aprile 1945

Schede

Questa formazione fu costituita il 30 aprile 1944 nella Pieve di Monte Cerere di Monte Calderaro, in comune di Castel San Pietro Terme, da un gruppo militare del PdA comandato da Gilberto Remondini "Ivan". Avrebbe dovuto essere la 3a o la 4a brigata GL Montagna. Per questo fu intestata a Piero Jacchia (nome esatto Jacchia Giusto Pietro detto Piero) un antifascista di Trieste caduto nel 1937 a Madrid. Fu il cugino Mario Jacchia - responsabile delle formazioni GL dell'Emilia-Romagna, sino all'agosto 1944 - a proporre quel nome. Quando nella brigata entrarono numerosi elementi comunisti sorse un grave contrasto, a proposito del comando, tra Remondini e Antonio Mereu "Attila". Dopo l'uscita di Remondini - che si aggregò alla 36a brigata Garibaldi con una cinquantina d’uomini - e la sua morte avvenuta il 10 agosto 1944, la brigata conservò il nome di Jacchia, ma fu aggregata alle formazioni Garibaldi ed ebbe il numero progressivo di 66a. Il comando fu assunto da Mereu sino a quando passò alla 36a Bianconcini Garibaldi. Gli successe Eros Poggi "Pollino", che la comandò sino alla Liberazione, salvo un breve interim d’Ercole Felici "Orfeo". Aldo Bacchilega "Tommaso" era il commissario politico. Dopo la riorganizzazione dell'autunno 1944 Enrico Paolucci delle Roncole "Orso" divenne vice comandante e Carlo Zanotti "Garian" capo di stato maggiore. Per un breve periodo di tempo fu vice comandante anche Ruggero Montagnani. Era inquadrata nella divisione Bologna montagna "Lupo". La brigata era organizzata su quattro battaglioni. Il primo fu comandato da Remo Tosi; il secondo da Nino Dallavalle "Fulmine"; il terzo da Gino Salmi e il quarto da Guerrino Nardi. La brigata prese parte a tutti i principali combattimenti che si svolsero sull'Appennino tosco-emiliano nell'estate-autunno 1944. Quando il fronte si fermò a pochi chilometri da Bologna, una parte della brigata attraversò la linea del fronte e un'altra scese in pianura. Alcuni nuclei furono incorporati nelle brigate della città e della pianura, mentre il grosso continuò a operare nella zona di Castel San Pietro Terme. La brigata ebbe 74 morti e 29 feriti. I partigiani riconosciuti furono 894. [Nazario Sauro Onofri]